Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime forte preoccupazione in merito alla recente vicenda, riportata da numerosi media italiani, che coinvolge uno streamer attivo su Twitch. L’uomo è stato accusato pubblicamente, e senza un regolare processo, di aver avuto conversazioni a sfondo sessuale con una ragazza di soli 14 anni. Il caso è esploso attraverso la diffusione virale di video online, generando un clima di giudizio sommario sui social, privo di fondamento giuridico e oggettivo.
Questo episodio si inserisce in un quadro sempre più preoccupante. Nel corso del 2025 si sono già registrati altri casi analoghi, tra cui quello di uno youtuber statunitense indagato per adescamento tramite Discord e di un tiktoker francese sospeso per comunicazioni ambigue con follower minorenni. Tali eventi evidenziano quanto i minori siano esposti a rischi reali nelle piattaforme digitali, spesso non regolamentate né monitorate a sufficienza.
Il CNDDU ribadisce l’urgenza di inserire nei curricula delle scuole secondarie di primo e secondo grado percorsi strutturati di educazione digitale, affettiva e legale. Tali percorsi dovrebbero avere come obiettivi principali:
- la prevenzione dell’adescamento online e la protezione dei minori;
- la promozione della cultura del rispetto digitale e del consenso consapevole;
- la distinzione tra responsabilità morale e responsabilità penale;
- la formazione a una cittadinanza digitale responsabile.
Tra le iniziative proposte dal Coordinamento per l’anno scolastico 2025/2026:
- Laboratori scolastici sul contrasto all’hate speech, con la partecipazione di psicologi, forze dell’ordine ed esperti legali;
- Incontri formativi per studenti, genitori e docenti sui temi della privacy, del consenso e delle conseguenze legali delle condotte online;
- Simulazioni scolastiche di “tribunali etici” per riflettere sul confine tra giudizio mediatico e processo giuridico;
- Progetti interdisciplinari che uniscano diritto, filosofia ed educazione civica.
Secondo il CNDDU, il mondo digitale non può più essere considerato uno “spazio virtuale”: è un ambiente reale e influente, soprattutto per le nuove generazioni. Per questo motivo, i comportamenti lesivi – da parte di adulti o minori – devono essere prevenuti e affrontati con strumenti educativi efficaci, senza cadere nel pericoloso fenomeno della giustizia fai-da-te sui social network.
Il Coordinamento rivolge infine un appello al Ministero dell’Istruzione e del Merito, al Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e a tutte le istituzioni scolastiche affinché rafforzino l’alfabetizzazione digitale e la consapevolezza comunicativa degli studenti. Solo così sarà possibile costruire una cittadinanza digitale fondata su diritti, responsabilità e rispetto reciproco.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
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