Ci ha colpito molto il commento di un docente affidato a Facebook, ci ha colpito al punto che abbiamo deciso di riportarla sulle nostre pagine nella speranza di aprire una riflessione sulla scuola partendo dal presupposto che dalla metà degli anni 90 in avanti una delle istituzioni più importanti del Paese è stata via via impoverita.
Hanno scelto come presupposto le “riforme”, in realtà si scriveva riforme e si leggeva “tagli”, ma il personale della scuola è stato in grado di difendersi? Ecco cosa scrive il docente: “I primi nemici della scuola si trovano all’interno della stessa scuola, nelle aule, in cattedra. Non sono tutti, ma sono sempre di più, basta vedere le non adesioni alle lotte (in altri tempi, per i motivi che sappiamo, l’adesione sarebbe stata quasi totale). Li riconosci subito, sono quelli che, tra due soluzioni, votano immancabilmente quella che fa più male a loro stessi. Sono quelli che vanno contro i propri interessi, godendone. Sono quelli votati al martirio e che accolgono ogni riforma burocratizzante, ogni complicazione, ogni accanimento amministrativo, come pioggia divina e salvifica. Se fosse possibile, costoro porterebbero il mestiere del docente alla gratuità totale, in nome di chissà quale bene, o missione, o carità . Di più, sarebbero felicissimi se i docenti – loro stessi – pagassero per poter insegnare. Questa è gente pericolosa per la società , è gente frustrata e che soffre parecchio e, di conseguenza, desidera che anche gli altri soffrano”.
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