La famosa riforma della pubblica amministrazione Madia in realtà si scaglia contro i docenti della scuola italiana, da anni vessati da leggi e da riforme che non solo hanno messo in ginocchio l’istruzione pubblica, ma hanno anche mortificato docenti e personale ATA.
La riforma Madia è un attacco ai diritti dei docenti
I docenti della scuola pubblica dovranno fare i conti con la chiamata diretta, il compenso accessorio che sarà a discrezione del dirigente scolastico il quale, dopo la riforma, avrà anche il potere di sospendere i docenti fino a 10 giorni.
A stabilirlo è l’articolo 55-bis dello schema di decreto legislativo di riforma del testo unico sul pubblico impiego (decreto legislativo 165/2001) che l’esecutivo ha approvato in via preliminare venerdì scorso.
Manca l’ultimo passaggio in Parlamento e sarà legge. Mai nessun governo liberale e liberista del passato si era spinto a tanto. Il PD con questo ultimo provvedimento traccia un solco profondo con il mondo della scuola da sempre bacino elettorale di questo partito di area di centro-sinistra.
Il governo non sente le proteste del mondo della scuola
E poco importa se le opposizioni, le famiglie, gli esponenti dei 65 movimenti per il sostegno, il M5S la Sinistra Italiana, in coro chiedono il ritiro delle deleghe, il governo è sordo e tira dritto per la sua strada, quasi a snaturare le stesse radici politiche e siamo sicuri che gli scissionisti voteranno compatti questo provvedimento, in barba alle dichiarazioni di facciata di questi giorni.