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Nuove norme sul dimensionamento scolastico: una svolta per la stabilità e la parità delle scuole statali

Il dimensionamento scolastico voluto dal ministro Valditara non piace a molti ma ad alcuni sì

Le recenti norme sul dimensionamento delle scuole statali, approvate dal Governo e dal Parlamento con l’ultima legge di bilancio, stanno portando importanti cambiamenti nel panorama educativo italiano.

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Queste norme pongono le basi per la realizzazione della pari dignità tra tutte le scuole statali, indipendentemente dal numero di studenti che vi frequentano, e sottolineano l’inutilità della lotta territoriale per conquistare gli ormai sempre meno numerosi alunni.

Inizialmente, le nuove norme definiscono il contingente organico dei dirigenti scolastici, per poi affidare alle regioni e agli enti locali (come comuni, città metropolitane e province) la decisione sull’individuazione delle scuole che saranno operative a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Questa riforma elimina finalmente il concetto stesso di “scuola sottodimensionata”, che spesso non poteva avere un dirigente stabile e si affidava a reggenze temporanee. Ora, tutte le scuole funzionanti, anche le più piccole situate in territori problematici, avranno la possibilità di avere una dirigenza stabile e non saranno più condizionate dalla fluttuazione del numero di alunni intorno a un valore minimo, come accadeva in passato.

Roberto Romito, segretario Puglia dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP), ha accolto positivamente queste nuove norme, che corrispondono alle richieste avanzate da tempo dall’ANP stessa. Ogni scuola statale autonoma esistente sarà finalmente dotata di una dirigenza stabile, anche dal punto di vista amministrativo, permettendo al dirigente di concentrarsi esclusivamente sulla realizzazione dell’offerta formativa della propria scuola.

Questa riforma rappresenta una svolta importante per il sistema educativo italiano. Non solo garantirà una maggiore stabilità nelle scuole statali, ma contribuirà anche a ridurre la competizione tra le scuole per attrarre gli studenti, che sempre più spesso si trovano in numero ridotto. Inoltre, elimina la disparità tra scuole grandi e piccole, consentendo a tutte di avere una dirigenza stabile e di offrire un’istruzione di qualità, indipendentemente dalle dimensioni e dalla localizzazione geografica.

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È un passo avanti verso l’obiettivo di garantire a tutti gli studenti un’istruzione di qualità e alle scuole la stabilità necessaria per realizzare al meglio la loro missione educativa. Siamo fiduciosi che questa riforma avrà un impatto positivo sul sistema scolastico italiano, creando un ambiente migliore per l’apprendimento e lo sviluppo dei nostri giovani.

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