Pensione per le donne prima dei 60 anni, abbiamo analizzato i pro e i contro nella speranza di fare cosa utile alle nostre numerosissime lettrici.
– Con Opzione Donna, per andare in pensione a 58 anni, è necessario che le donne abbiano maturato i titoli entro il 31 dicembre 2021, cioè 35 anni di contributi e un’età anagrafica di 58 anni per le dipendenti, mentre 59 per le autonome. Con questa misura l’assegno previdenziale si riduce perché la pensione viene calcolata interamente con le regole del contributivo. Infatti, la pensione tiene conto dei contributi effettivamente versati dalla lavoratrice nel corso della carriera, con il rischio di ricevere un assegno d’importo insufficiente nel caso che si lavori per un numero ridotto di anni e con stipendi non particolarmente elevati.
– Con la pensione anticipata “agevolata” (per donne con invalidità riconosciuta almeno pari all’80%) si va in pensione a 56 anni di età e 20anni di contributi maturati. Mentre per le non vedenti l’età è di 51 anni.
– Con la pensione anticipata casalinghe si va all’età di 57 anni, ma bisogna essere iscritti al Fondo Casalinghe presso l’INPS con un costo mensile di 25,82 euro, ossia 310 euro l’anno e con almeno 5 anni di contributi versati. Con tutto ciò viene richiesta una condizione, ossia che l’assegno maturato deve essere pari a quello dell’assegno sociale maggiorato del 20%, dunque deve essere maggiore di 561,72 euro stando ai valori del 2022.
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