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Perché l’Italia è indietro con la conoscenza dell’inglese?

L’inglese è una delle lingue più parlate al mondo e questo è sempre più vero soprattutto in Europa, dove le competenze linguistiche aumentano anno dopo anno. Infatti, il livello di inglese dei paesi non madrelingua non è mai stato alto come adesso (ed è un continuo crescendo). Secondo l’EF English Proficiency Index (EF EPI), un report annuale prodotto da Education First con l’obiettivo di analizzare le conoscenze dell’inglese a livello mondiale, sono circa 11 i paesi che hanno migliorato il proprio punteggio in maniera significativa, guadagnando più di due punti rispetto all’anno precedente. Perché invece, se guardiamo il nostro Paese, la tendenza è rimasta immutata? L’Italia nel 2019 viene definita “mediocre” e si conferma al 36° posto su 100, ben oltre la maggior parte degli altri paesi europei.

Ciò che colpisce è anche la classifica delle grandi città, che vede Milano in 35° posizione, lontana dalle principali capitali europee. Le nostre scarse competenze linguistiche non sono dovute al fatto che in Italia abbiamo smesso di apprendere l’inglese; anzi, c’è sempre una maggiore sensibilizzazione al riguardo, soprattutto tra i più giovani che lo utilizzano in modo massivo a partire dai social network. Inoltre, l’insegnamento dell’inglese nel nostro sistema scolastico viene introdotto precocemente, all’inizio della scuola primaria grazie alla legge 53/2003. Questo notevole e svantaggioso dislivello è quindi legato ad una serie di molteplici fattori, alcuni relativi al sistema scolastico, altri al nostro approccio personale alla lingua straniera. Ad esempio, in Italia non si adotta un metodo di apprendimento più efficace, prediletto dai paesi con un punteggio più alto in classifica (come Svezia, Norvegia, Danimarca e Olanda, ma anche Polonia e Portogallo), che si concentra sull’applicazione della lingua in contesti di vita reale anziché su grammatica e teoria e in grado di portare a migliori risultati.

Ambire ad un punteggio maggiore è giusto visto il ruolo fondamentale che l’inglese gioca nelle nostre vite, dall’educazione al mondo del lavoro, dai viaggi alla ricerca. Sono innumerevoli i motivi per i quali è importante impararlo, come il poter comunicare con un pubblico più esteso, raggiungere virtualmente qualsiasi parte del mondo grazie all’accesso ad un maggior numero di fonti (basti pensare che l’80% dei siti online è in inglese) e avere un maggior successo personale e professionale.

Come uscire quindi dalla fascia mediocre e avvicinarsi alla cima della classifica? Immergersi ed esporsi il più possibile alla lingua straniera è sicuramente la migliore opzione. Sulle orme dei paesi scandinavi, gli studenti di ogni età sono invitati a guardare serie TV e film in lingua originale anziché doppiati (usufruendo comunque dei sottotitoli in italiano), leggere molto (non solo libri ma anche riviste, attualità e altro tipo di materiale, in modo da essere contaminati da terminologie e linguaggio versatile) e possibilmente studiare con regolarità almeno 20-30 minuti ogni giorno, magari prendendo lezioni di inglese, in modo da affinare le proprie conoscenze e acquisirne di nuove.

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