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Quota 100, il boom dei pensionamenti e la strana narrazione di media e sindacati

La quota 100 sarà un disastro per la scuola, si libereranno moltissime cattedre per via dei pensionamenti, l’inizio del nuovo anno scolastico sarà nel caos. Da più parti si leggono titoli come questi. Come al solito anzichè accogliere con gioia un provvedimento che manda in quiescenza migliaia di lavoratori stanchi della scuola e permette quindi il tanto atteso ricambio generazionale, si preferisce parlare di scuola nel caos.

Noi da anni invece siamo fra quelli, oggi purtroppo pochi, che invocano da anni il ricambio generazionale del personale della scuola come siamo fra quelli che da anni chiedono l’abolizioni delle classi pollaio voluti dal governo Berlusconi e dal ministro dell’Economia Tremonti che ancora oggi ricordiamo i loro tagli, per non parlare poi dell ariforma Gelmini e dei tagli lineari che hanno privato l’istruzione tecnica e professionale delle ore di laboratorio tanto utili quanto formative per gli studenti che sceglievano di diventare periti meccanici, elettrotecnici, informatici, termoidraulici eccetera.

Quelle figure che proprio oggi il mercato del lavoro richiede e che non siamo in grado di fornire.

Quota 100 e la preoccupazione dei sindacati

Un’altra questione che ci lascia un po’ perplessi riguarda le posizioni assunte dai sindacati in merito alla quota 100. Sinopoli della FLC Cgil in una dichiarazione ampia a complessa attraverso la quale spiegava le motivazioni della manifestazione contro il governo (sul reddito di cittadinanza e sulla quota 100?) dice: “A settembre (oltre alle cattedre già coperte dai precari n.d.r) se ne aggiungeranno oltre 40.000 che si libereranno per effetto di ‘Quota100’, consegnando l’avvio del prossimo anno scolastico ad un’ulteriore situazione di caos e di mancanza di insegnanti che avrà ripercussioni sulla continuità didattica. Senza contare l’aggravio di lavoro per le segreterie scolastiche”.

Se non abbiamo capito male consiglierebbe di non mandare in pensione i lavoratori della scuola nascondendosi dietro le difficoltà che avranno le scuole a reperire supplenti?

A scanso di equivoci ribadiamo che è utile un piano massiccio di assunzioni e che ci auguriamo che il governo provveda a svuotare le GAE assumento intanto i precari storici, ma non per questo riteniamo che non si debbano mandare i pensione i docenti e il personale ATA che abbiano superato i 62 anni di età.

Pensionamenti che libereranno solo a settembre 2019 altri 40 mila posti di lavoro che saranno occupati dalle migliaia di laureati e diplomati iscritti alle graduatorie di II e III fascia di istituto. I sindacati dovrebbero conoscere lo stato delle graduatorie quindi dovrebbero sapere che gli elenchi sono stracolmi e non rilasciare dichiarazioni simili che sembrano più posizioni politiche che altro.

Proprio queste posizioni a noi appaiono incomprensibili anche perchè si scontrano con anni di dichiarazioni e richieste avanzate dai sindacati che puntavano proprio al ricambio generazionale.

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