Governo e sindacati vanno avanti nella trattativa relativa il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e del comparto scuola. Le cifre messe sul piatto sono ridicole. Noi stessi sin da subito lo abbiamo denunciato portando l’esempio della piramide rovesciata, una sorta di conto empirico ma che non è distante dalla realtà .
Rinnovo del contratto della scuola, niente formazione obbligatoria per i docenti
La riforma della scuola, chiamata buona scuola ma che si sta dimostrando un autentico boomerang per il PD, prevede la formazione obbligatoria per i docenti, formazione però che va concordata e inserita nel nuovo contratto della scuola. Tale formazione ovviamente ha dei costi e sarà forse questo il motivo che ha spinto il governo a non inserirla nell’atto di indirizzo inviato all’Aran, l’agenzia che per il governo gestisce la contrattazione? A meno che – visto che è inserita nella legge – non rientra fra gli obblighi dei docenti a costo praticamente zero. Sarebbe un’altra beffa, l’ennesimo colpo basso del PD nei riguardi dei docenti che smascherano le lacrime di coccodrillo di Renzi che proprio di recente ha chiesto i voti alla scuola per cambiare radicalmente la “buona scuola”.
L’obbligo alla formazione senza riconoscimento economico aprirebbe ad un’altra marea di ricorsi, sembra che il governo lo faccia di proposito per dare lavoro agli studi legali che di questi tempi sono impegnati a promuovere ricorsi di ogni genere. La Costituzione, in particolare l’articolo 36, recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro” e l’obbligo alla formazione o si fa come avviene nel privato durante l’orario di servizio oppure va retribuito. Appare strano, dunque, che nell’atto di indirizzo non ve ne sia alcun accenno.
