Docenti che sono sempre presi di mira dal loro stesso Ministero, soprattutto i duecentomila precari che tengono in piedi un organico di diritto farlocco impegnati alla corsa a ostacoli per la stabilizzazione sempre più lunga e onerosa, non si assume abbastanza e neanche per il turn over dei pensionati ma lo Stato deve risparmiare (sulla scuola e non su tutto il resto della spesa pubblica) e quindi niente ruolo, dirigenti scolastici manager e staff elevato a gerarchia aziendale per pagare di più i pochi e non per tutti gli stipendi degli insegnanti, regionalizzazione del nord e privatizzazione quanto più possibile di un’Istituzione Pubblica Costituzionale che dovrebbe aprire le sue porte a tutti e soprattutto alla parte più debole della società, quella immeritevole, sfruttamento di giovani in età scolastica nel lavoro gratis e rischi connessi, edifici fatiscenti e mille altre situazioni di fatto.
E’ tutto finito, questi quattro nuovissimi consulenti del Ministro cambieranno tutto
Non li conoscete? Certo sono nomi nuovissimi, mai avuto a che fare con la scuola. Avete mai sentito parlare di un certo dott. Max Bruschi, massone dichiarato e portato al Ministero Istruzione e alla fiction televisiva dalla Ministra Gelmini, scelto dalla Ministra Azzolina pentastellata come Capo Dipartimento e unico interprete con le famose FAQ della verità evangelica delle norme, con le note, le circolari, i decreti del Capo ignorando ogni contestazione sui diritti stabiliti dalla Costituzione, dai contratti di lavoro e dalle leggi? Quello contro i precari della scuola come, del resto, tutti i Ministri degli ultimi quindici anni. Il nuovo che più nuovo non si può.
E gli altri tre chi sono?
Due giovanissimi signori settantenni in pensione, il dott. Luciano Chiappetta, anche lui ex Direttore generale del Ministero Istruzione e simbolo della più efficiente burocrazia della pubblica amministrazione italiana capace di trasferire il burocratismo inutile e dispendioso nelle direzioni regionali, gli uffici scolastici e, soprattutto, in ogni singola scuola dove la produzione di acronimi e carte è diventata prevalente rispetto alla mission fondamentale che per l’insegnante è quella di insegnare.
L’altro pensionato richiamato dal Ministro è il Prof. Giuseppe Bertagna, già consigliere privilegiato della Ministra Moratti e dalla sua alter ego Valentina Aprea, protagonista quest’ultima di tutte le “riforme” della riforma (che è quella originaria del Berlinguer Luigi della scuola dell’autonomia e del “merito”, altrimenti detto “concorsone” per i docenti per fare diseguali di una categoria che esercita la professione di insegnare alle nuove generazioni).
Dunque il consigliere di Matteo Salvini, On. Prof. Valditara richiama i consiglieri di Berlusconi e dell’Azzolina più attempati per dare una svolta alle politiche scolastiche, ossia nella perfetta continuità. Manca il quarto nome e chi è? E qui siamo alla chiusura del cerchio, non è mica solo la Gelmini che ha dato un colpo epocale alla scuola soprattutto nei tagli, l’origine sta nella riforma di Luigi Berlinguer ma poi la continuità è stata adottata dal PD dei Renzi, la stessa sindacalista dei tessili (quelli che lavoravano a Prato e dintorni prima dei cinesi) Ministra Fedeli, fino all’improbabile Ministra Azzolina e infine il Bianchi della stessa area PD con Draghi, ex assessore della formazione professionale in Emilia Romagna e che si è fermato a quello schema, la scuola come produttore di figure tecniche per il lavoro sfruttato e malfamato, schema abbellito da ricette fallite di pedagogia e psicopedagogia fino all’extra cognitivo anglosassone, della comunità, affettuosità e via cianciando. Una bella legislatura, quella trascorsa e finita con le elezioni anticipate, tre governi e tre colori diversi con un’unica forza politica sempre lì, insospettabile ma risultata renziana dopo aver fatto finta di essere quella più contraria sulla 107.
Sorvoliamo per carità di patria. Chi dunque poteva rappresentare al meglio la continuità delle varie sfumature di colore se non anche l’area PD, mista al M5S nel Conte2, nel governo Draghi, ancora oggi nella scuola più vicina ai Calenda e ai Renzi. Il quarto uomo.
Si tratta di un certo Marco Campione, lontane e familiari origini di sinistra, ancora oggi immaginiamo iscritto al PD e ex ministeriale della Ministra Fedeli del PD e componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Agnelli. Già, la Fondazione Agnelli/Elkann che sta sopra ogni Ministro e Ministra da più di vent’anni.
Pensavamo a un Ministro Valditara che, a prescindere dalle sue idee politiche, fortemente ideologiche e identitarie, mettesse in campo una sua figura autorevole da studioso e preparazione indiscussa sul diritto romano, sulla sua esperienza e conoscenza della scuola e dell’Università avendone scritto su quest’ultima una parte della riforma, alla sua ultima esperienza biennale nel Ministero Istruzione, ancora distinto da quello per l’Università durante il Conte1, che questo nuovo Ministro potesse avere il coraggio di una svolta sui problemi reali della scuola dall’infanzia alle superiori.
I quattro consulenti segnano invece solo la continuità fino a dover affermare che un Ministro vale l’altro e dunque la scuola pubblica nelle priorità del Paese non c’è affatto. Rimane tutto in salita e ogni volta si riparte da un gradino più basso di prima quanto a partecipazione nella lotta politica e sindacale degli stessi insegnanti e personale scolastico. Evviva gli studenti medi, almeno loro provano a farsi sentire.
Salvatore Salerno per SBC e Scuola &Politica
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