Il PNRR rappresentava un’occasione unica per rilanciare il sistema scolastico italiano, ma con il governo Meloni-Valditara siamo fermi al palo. Secondo gli ultimi dati, solo il 17% delle risorse del capitolo istruzione è stato speso, ben al di sotto di altre voci di spesa.
Come è possibile? Dei 209 miliardi portati dal governo Conte, il 10% era destinato all’istruzione, ma il rischio che questo tesoro per la scuola pubblica italiana venga dilapidato a causa dei ritardi e delle inadempienze di questo governo è sempre più alto.
Nel frattempo, il ministro Valditara si è contraddistinto per accorpamenti selvaggi e il sostegno alle autonomie leghiste che stroncano il sistema scolastico nazionale. Il capogruppo M5S in commissione cultura alla Camera, Antonio Caso, non chiede a Valditara di venire a riferire alcunché, ormai è solo una perdita di tempo. Caso invita invece la premier Meloni a dire se la sua idea di “nazione” passa anche dalla scuola e se ritiene all’altezza un ministro che su ogni fronte è bocciato su tutta la linea.
Il M5S ha presentato un programma per la scuola che include l’abolizione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali introdotti dalla Legge 107/2015, la cosiddetta “Buona Scuola”. Il partito propone inoltre l’assunzione di un numero adeguato di dirigenti scolastici per eliminare le reggenze, l’ampliamento delle risorse per la gestione degli istituti e la semplificazione delle procedure per l’accesso ai fondi europei.
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