La scuola è sicura? Per Libero Tassella non lo è, e bolla come propaganda l’azione del governo e del ministro Bianchi, ecco l’intervista.
Professore, la scuola è finalmente iniziata in presenza, il governo sostiene in sicurezza, lei è d’accordo?
La scuola inizia purtroppo, spiace dirlo, non in sicurezza e il Governo nella persona del Ministro prof. Patrizio Bianchi fa propaganda.
I casi di quarantena registrati, a soli pochi giorni di scuola, lo stanno a dimostrare in modo chiaro.
Speriamo che tali fenomeni siano contenuti, ma la variante Delta è molto più aggressiva e contagiosa di quella inglese, predominante quando la scuola fu chiusa, e del virus Wahn e quindi bisognava attrezzarsi per tempo. E questo purtroppo non è stato fatto.
Il vaccino è necessario ma non basta e bisogna ancora vaccinare gli studenti dai 12 ai 19 anni, mettendo in conto che ci sono resistenze soprattutto nella fascia 12-15 ancora troppo condizionata dai genitori.
Ma se il vaccino è necessario non è purtroppo sufficiente.
E malgrado lo stanziamento di 350 milioni di euro lo scorso agosto da parte del Ministro Bianchi, poco è stato fatto per il ricambio d’aria costante nelle classi di ogni ordine e grado di scuola, per i tamponi salivari, consideriamo quello delle scuole sentinella un intervento molto parziale. I tamponi negli altri Paesi si fanno periodicamente ma per tutti gli alunni.
C’è bisogno nelle scuole di un controllo costante per studenti e per il personale dai docenti agli ATA anche se vaccinato.
Per non parlare di quegli interventi strutturali sempre rinviati dal numero degli alunni nelle classi troppo alto, ai trasporti, all’edilizia.
Si pensi che l’organico di diritto e di fatto sono rimasti invariati, ancora calcolati secondo i parametri della Gelmini e quindi non si potuto procedere ai necessari sdoppiamenti. L’organico Covid quest’anno non permette sdoppiamenti.
Il governo ha puntato solo sui vaccini, ha fatto la scelta giusta?
No, affatto, per tutte le ragioni dette prima. Si è perduta o si sta perdendo un’occasione a dir poco storica.
Un piano di implementazione dell’ edilizia scolastici e dei sussidi didattici unito a un decremento sostanziale degli alunni nelle classi, portando il numero massimo a 15 alunni, avrebbe non solo giovato alla sicurezza nelle classi, ma anche all’efficacia dell’azione educativa, oggi profondamente in crisi, basta vedere i risultati delle prove INVALSI di quest’anno e dell’ analfabetismo funzionale un fenomeno diffuso tra i diplomati, oltre gli atavici problemi della dispersione e dell’abbandono.
Dispiace dirlo, ancora una volta la Scuola sta perdendo un’occasione d’oro.
Alcuni esponenti della Lega quando erano all’opposizione chiedevano di dotare le scuole di arieggiatori, oggi al governo se ne sono dimenticati, secondo lei come mai?
Si, ricordo la battaglia della Lega durante il Governo Conte 2, quando il partito di Salvini era all’opposizione.
Si sa, i politici parlano in un modo allorché sono dai banchi dell’opposizione e in un altro modo quando sono dai banchi della maggioranza e al Governo.
Lasciare la decisione alla discrezionalità dei singoli DS di attrezzare o meno le aule delle loro scuole con apparecchiature per il ricambio costante dell’aria e del controllo della CO2 e del tasso di umidità è stato un grosso errore.
Sarebbe stato necessario invece dotare tutte le classi di questi sistemi , soprattutto a partire dalle aule poco capienti e con un numero di alunni uguale o superiore a trenta che rischiano di trasformarsi in dei cluster.
Ancora si pensa di garantire il ricambio con l’apertura di porte e finestre, così gli alunni non solo saranno esposti al Virus Sars Cov 2 e alle sue varianti, ma anche ad affezioni delle vie respiratorie durante la stagione autunnale e invernale.
Quali sono secondo lei i rischi maggiori per i docenti?
Gli stessi rischi degli alunni, i docenti sono vaccinati ormai al 93, 2%, secondo l’ultimo rilevamento del Generale Figliuolo e quindi, pur potendo prendere e trasmettere il virus, gli effetti per loro sono limitati.
Ma il problema della riapertura delle scuole è quella della maggiore diffusione del virus e quindi gli effetti sui soggetti anziani o fragili pur vaccinati e su quella parte della popolazione, purtroppo consistente, non ancora vaccinata per ragioni diverse, dalla paura, al pregiudizio, ad una rigida posizione ideologica contro il vaccino.
E per il personale ATA?
Il personale ATA delle segreterie, quello amministrativo, certo rischia di meno, ma quello a contatto con gli alunni, il personale tecnico e ausiliario (bidelli ora collaboratori scolastici) rischiano al pari dei docenti.
Anche il personale ATA è vaccinato in percentuali bulgare, tuttavia per loro come per i docenti sono da consigliare tutti i presidi previsti dal CTS e soprattutto l’uso della mascherina FP2 e non quella chirurgica, vista l’alta contagiosita’ della variante Delta per non portare il Covid nelle loro famiglie.
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