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Abilitazione all'insegnamento – Tanto caos e tanti dubbi

L’ultimo concorso a cattedra risale al 1999.

Rivelazioni sulla via verso l’insegnamento. È di mercoledì 18 settembre la notizia che solo 295 insegnanti su 1.627 abilitati all’estero hanno ottenuto il riconoscimento del titolo a Roma.
Il dato, reso noto durante un incontro tra il ministero dell’Istruzione e i sindacati, solleva diverse perplessità e si unisce alle, già molte, anomalie delle idoneità conseguite in Italia.
LA PROCEDURA D’INFRAZIONE. La cifra, che per il Miur è del tutto positiva in quanto risultato di rigide e selettive procedure amministrative, ha invece portato l’Unione europea ad avviare una formale apertura di infrazione, per ottenere dall’Italia una maggiore flessibilità nella disamina delle pratiche.
IL TIMORE DEI DOCENTI. Tutto ciò, se non altro, va contro i timori di molti aspiranti docenti abilitati nella penisola che temevano le abilitazioni all’estero come corsie preferenziali. L’accesso alla professione non è infatti più semplice per quanti lo tentano in patria.
Il Tfa (Tirocinio formativo attivo) ordinario è la via principale introdotta nel 2012 dal governo Monti: un corso formativo annuale (al costo di circa 2 mila euro, una tassa interamente a carico dell’abilitando), che al termine consente l’immissione in graduatoria.
LE DIVERSE GRADUATORIE. Tre le tipologie di graduatoria: quelle ad Esaurimento per i docenti già abilitati prima dell’introduzione del TFA, quelle di Merito per i vincitori di concorso pubblico a cattedre e quelle di Istituto.
Queste ultime, a loro volta divise in tre fasce, regolano il reclutamento di quanti non rientrano a pieno titolo nelle prime due, abilitati con Tfa e non abilitati.
L’ULTIMO CONCORSO NEL 1999. Purtroppo, però, l’ultimo concorso a cattedra (ovvero l’unica via che consente direttamente l’accesso alla professione) è stato indetto nel 1999 e nel 2014 saranno riaperte le graduatorie dopo i consueti tre anni dall’ultima apertura, aggiungendo nuovi nomi alle liste d’attesa già molto lunghe.
Inoltre, dopo il primo ciclo di Tfa nel 2012 (già problematico a causa di svariati ritardi nell’attivazione), non è partito quello del 2013 ma dal ministero fanno sapere di essere intenzionati a riattivarlo nel 2014.
IL BUIO PER I SUPPLENTI. Cominciare a insegnare sembra impresa ardua anche per quei docenti che sono privi di una specifica abilitazione ma che hanno prestato almeno tre anni di servizio in scuole statali o paritarie, a partire dall’anno scolastico 1999-2000.
A loro sono riservati i Pas (Percorsi abilitanti speciali) o Tfa speciale che dovrebbero aiutarli a far valere l’anzianità di servizio e il relativo punteggio comunque accumulati.
IN CONTRASTO COI NEOLAUREATI. In realtà, li pongono in contrasto soprattutto con i neo laureati che, in questo modo, temono di rimanere sul fondo delle graduatorie. Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha però voluto rassicurare tutti: alla fine dell’estate aveva già dichiarato che «la situazione è sotto controllo» e, con il cosiddetto decreto 706 del 9 settembre scorso, ha annunciato la definizione di un piano triennale di immissioni in ruolo per circa 69 mila docenti.
Lettera 43

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