HomePrecari della ScuolaAssunzione diplomati magistrali, al Sud le graduatorie non scorrono

Assunzione diplomati magistrali, al Sud le graduatorie non scorrono

Diplomati magistrali, è un’Italia a due velocità, al Sud non si assume

I diplomati magistrali vincitori di concorso è iscritti nelle Graduatorie ad Esaurimento che hanno deciso di restare al Sud difficilmente otterranno il ruolo. Cosa ben diversa invece per chi ha scelto di spostarsi al Nord. La denuncia, oltre che dai sindacati di Base, arriva anche da Corrado Zunino, giornalista attento di Repubblica che ha riportato i dati della ricerca condotta dal Conavincos (Coordinamento nazionale vincitori del concorso scuola 2016). Dalla ricerca emerge che i vincitori del concorso del 2016 delle regioni del Sud attendono ancora il ruolo, solo il 12% è riuscito a mettere fine al precariato, l’88% è ancora li che attende nonostante vi sia una legge dello Stato che obbligava appunto alla stabilizzazione.

I numeri dei diplomati magistrali

i colori dei diplomati magistrali

I numeri riportati dal Coordinamento nazionale vincitori del concorso scuola 2016 sono desolanti: su 6.228 vincitori, ci sono 5.463 non assunti. Forse è anche per questo motivo che il MIUR ha deciso di lasciare fuori dai giochi i diplomati magistrali dal primo concorso riservato del cosiddetto “transitorio”.  I numeri delle immissioni della scuola dell’infanzia sono i seguenti: “gli stabilizzati (dati 2017) sono il 17,55 per cento in Campania, il 12,82 per cento in Puglia, il 15,21 per cento in Calabria e addirittura il 10,91 per cento in Sicilia (49 assunti su 449 vincitori). Per gli insegnanti delle scuole elementari i dati sono ancora peggiori. In Campania è stato assunto l’11,10 per cento di chi ha vinto il bando, in Puglia si scende al 9,34, in Sicilia è l’11,71 per cento e in Calabria l’11,72”.

Trasferimenti e legge 107

la sentenza dei diplomati magistrali

Gli iscritti al Conavincos non risparmiano critiche a chi organizza ricorsi per permettere il rientro al Sud degli assunti con la legge 107/15“Gli assunti in ruolo con la Legge 107 del 2015 – scrivono-, trasferiti al Nord, ricorrono per ritornare al Sud andando ad occupare i nostri posti messi a bando”. Il commento è ancora più duro nei confronti di quei diplomati magistrali che hanno fatto ricorso al TAR ottenendo l’iscrizione alle Graduatorie ad Esaurimento GaE: “hanno invaso le Graduatorie a esaurimento grazie ai Tar” e oggi, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, “denunciano un fittizio licenziamento quando non hanno vinto alcun concorso. Molti sono senza l’abilitazione della laurea in Scienze della Formazione primaria, altri hanno sfoderato dal cassetto un diploma senza essere mai entrati nella scuola e non vogliono spiegare che per ottenere il ruolo hanno firmato una clausola rescissoria legata proprio al giudizio dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato”.

Scuola e nuovo governo

Sulla scuola molti partiti hanno cavalcato l’onda in campagna elettorale, le promesse di cancellare la buona scuola o di rivederla in larga parte sono state fatte addirittura da chi la legge l’ha scritta, il PD. Renzi più volte ha fatto mea culpa lasciando intendere che qualora avesse vinto le elezioni avrebbe messo mano alla riforma. Non parliamo poi della Lega di Salvini che al Sud ha promesso di far rientrare i docenti assunti al Nord proprio tramite alla legge 107/15, al Nord probabilmente i toni usati sono stati diversi (manderemo al Sud gli insegnanti che hanno soffiato il posto a quelli del Nord n.d.r). Peccato che fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, al Sud non ci sono posti e i cosiddetti “deportati” dovranno rassegnarsi.

 

Il Conavincos invece promette battaglia: “Siamo nel pieno diritto della cattedra, insieme agli iscritti nelle Gae, eppure siamo ancora disoccupati. Molti di noi sono a casa, senza supplenze. Ci sembra palese la volontà del ministero dell’Istruzione di non assegnare il ruolo ai vincitori di concorso entro i tre anni previsti”. Le Gm 2016 continuano a mobilitarsi: “Bloccheremo ogni azione politica interessata a danneggiare i nostri diritti. Non siamo noi a creare la guerra tra poveri, siamo noi stessi i poveri, coloro che continuano a subire un grave sopruso”.

In questo clima di rancori, venerdì 23 marzo è annunciato uno sciopero da parte dell’area sindacale Cobas-Usb-Anief:

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