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Brescia – Le scuole non hanno piĆ¹ i soldi per i supplenti per rimediare reclutano i pensionati

La notizia ha dell’incredibile e fotografa lo stato di salute della scuola italiana, gravemente ammalata da anni e che continua a peggiorare. Accade a Brescia (ma non solo) che le istituzioni scolastiche non abbiano un solo centesimo per pagare le supplenze e per rimediare reclutano i docenti in pensione che andranno a fare volontariato.

Tutto ciĆ² ha fatto insorgere i sindacati che gridano (ormai solo quello sanno fare) allo scandalo.

Di seguito l’articolo di Repubblica Scuola

Pensionati e scuola: un binomio che, fino ad oggi, faceva venire in mente solo il giubbotto arancione con cui i piĆ¹ anziani aiutavano i bambini ad attraversare la strada e gestivano il traffico. A Brescia, invece, i pensionati torneranno persino tra le mura scolastiche: ex docenti e professionisti lavoreranno gratuitamente, secondo una proposta arrivata dalle stesse scuole e approvata dall’assessore comunale alla Pubblica Istruzione Roberta Morelli.Per questi ex insegnanti sarĆ  creato un albo ad hoc e gi interessati dovranno solo consegnare il loro curriculum al Comune. Le loro richieste saranno poi comunicate ai singoli istituti e il loro compito sarĆ  soprattutto quello di fornire assistenza agli studenti stranieri, che in quest’anno scolastico sono, solo a Brescia, oltre il 25 per cento di tutti gli iscritti alle scuole statali elementari e medie della cittĆ .La soluzione bresciana di fronte alla mancanza di fondi destinati all’istruzione, in particolare all’assunzione di nuovi insegnanti, ha subito scatenato le reazioni dell’Anief, l’associazione sindacale che raggruppa docenti e ricercatori: “Dopo la carta igienica pagata dalle famiglie, le minacce di ridurre i riscaldamenti, i ritardi nel pagamento dei supplenti e il tentativo di assicurare gli aumenti di stipendio con il taglio delle attivitĆ  extra-didattiche, arriva il professore in quiescenza che torna a lavorare senza compenso: la carenza di soldi nelle scuole sta producendo delle soluzioni sempre piĆ¹ ingegnose. Ma che a volte sembrano oltrepassare il buon senso”. L’Anief si ĆØ scagliata contro il ritorno dei docenti in pensione affermando che questo “ĆØ solo un modo per evitare di pagare dei professionisti, una deriva che trae origine dai tagli ai finanziamenti per le scuole e dalle inadempienze dei pagamenti da parte del Ministero delle Finanze”.La protesta dell’Anief procede soprattutto su due fronti: da un lato, l’associazione si chiede perchĆ© “non si sia neppure aspettato lo stanziamento dei fondi del Miur (ministero dell’Istruzione, dell’UniversitĆ  e della Ricerca), previsti dall’ultima legge per gli studenti alloglotti, destinati alla formazione dei docenti impegnati nell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua”; dall’altro sottolinea la riduzione delle risorse destinate al Mof (fondo per il miglioramento dell’offerta formativa). “Nell’anno scolatisco 2013-14 ĆØ stato infatti eliminato il 25 per cento del Mof – fa sapere l’Anief – che serviva per il recupero, come assegno ad personam, dei mancati aumenti di stipendio che da contratto sarebbero dovuti essere previsti per il 2011”.Tra i pensionati pronti a lavorare gratuitamente nelle scuole bresciane ci saranno non solo ex docenti ma anche ingegneri e musicisti, che potrebbero potenziare l’insegnamento della matematica e organizzare varie attivitĆ .

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