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DOMANDA PER LE FASI B e C – Fotografiamo la situazione

Qualcuno l’ha definita la più grande deportazione di Stato di sempre! Un volta i meridionali lasciavano le loro terre perchè non vi era lavoro, apparentemente lo facevano di loro spontanea volontà, chi è rimasto, tuttavia, non se la sta passando poi così  male, se non altro perchè gode di un clima meraviglioso e di paesaggi mozzafiato. Proprio a questo clima, a questi paesaggi e alle loro famiglie non vogliono rinunciare i precari della scuola chiamati a fare domanda al Nord per avere un posto fisso. Ma tale domanda la stanno facendo tutti? A fare il punto della situazione è Alessandra Ricciardi, nell’articolo che segue.

Il rischio di doversi trasferire lontano da casa sta cominciando a sortire i propri effetti. Il rischio è connesso all’avvio della fase B-C del piano straordinario di immissioni in ruolo, che mette in palio 55mila assunzioni in aggiunta a quelle avanzate dalle fase precedenti (potrebbero essere altre 15 mila), e per la quale i candidati devono esprimere la preferenza per tutte le 100 province. Ben potendo così finire a centinaia di chilometri dall’attuale residenza, anche in un’altra regione. Salvo poi provare a riavvicinarsi con la mobilità del prossimo anno. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sono oltre 22mila le domande finora presentate (c’è tempo fino al 14 agosto), di queste non tutte sono state ancora perfezionate. Un andamento cauto, che dovrebbe subire un’impennata la prossima settimana: le attese di viale Trastevere parlano di circa 70-80mila istanze. Se così dovesse essere, non è detto, incrociando domanda e offerta, che tutte le cattedre vengano assegnate a tempo indeterminato. La sensazione degli uffici periferici, soprattutto del Sud, con il caso limite della Sicilia dove c’è il 14% di precari e il 4% di posti, è che in tanti vogliano giocarsi le proprie carte solo quando sarà più chiara, probabilmente l’8-9 agosto, la situazione dei posti lasciati scoperti dalle fasi precedenti per la propria classe di concorso. Per alcuni papabili c’è anche la tentazione di non partecipare affatto al piano.

Che cosa rischiano i docenti delle graduatorie a esaurimento che dovessero decidere di non fare domanda? Nell’immediato potranno continuare a lavorare con contratti di supplenza, ma per il futuro non vi è certezza, come trapelava in una delle faq pubblicate nei giorni scorsi dal Miur: il docente precario rimarrà in graduatoria fino «alla soppressione», invece che all’«esaurimento,» della stessa, lasciando così intendere, la nota del Miur, che sul futuro delle Gae è bene non nutrire troppe speranze. Dice Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega Nord, facendosi portavoce dei timori di migliaia di precari: siamo davanti a una «migrazione forzata di massa, da sud a nord». Il ministro Stefania Giannini ha rassicurato poi che le Gae sono ad esaurimento, affermazione che certo non può escludere che il parlamento possa disporre diversamente in futuro. E senza arrivare al caso estremo della soppressione, un’altra ipotesi in circolazione negli ambienti parlamentari parla di una riduzione delle percentuali di assunzioni da Gae, dall’attuale 50% al 30% o anche meno, il che renderebbe sempre più difficile spuntare l’assunzione. Insomma, decidere di non rischiare il trasferimento, contando su una successiva stabilizzazione, potrebbe essere pericoloso.

La domanda per questa fase, ricorda sempre una faq ministeriale, non potrà essere confermata ed inviata finché le province non saranno tutte espresse. Fino alla data di scadenza della procedura (ore 14,00 del prossimo 14 agosto), i dati trasmessi sono modificabili, anche nel caso siano stati inviati in modo definitivo, ritirando l’istanza e inviando nuovamente la domanda. L’eventuale proposta di nomina riporterà esclusivamente la provincia, l’ordine di scuola, la classe di concorso, posto comune/posti di sostegno. Se la proposta sarà accettata, la scuola di servizio sarà assegnata successivamente.

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