Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) ha espresso ferma condanna e profonda indignazione per l’episodio di violenza avvenuto a Bitonto, in provincia di Bari. Paolo, un giovane con disabilità motoria, è stato vittima di derisione e aggressione da parte di una “baby gang” nei pressi della villa comunale. Un atto che non solo rappresenta una violenza fisica e psicologica verso una persona fragile, ma evidenzia anche un preoccupante degrado dei valori civili tra i giovani.
Secondo quanto riportato dai testimoni, Paolo è stato schernito e spintonato fino a cadere, rischiando gravi conseguenze fisiche. La madre di due ragazzi che hanno assistito impotenti alla scena ha denunciato l’accaduto pubblicamente. Sebbene non sia stata presentata una denuncia formale, ciò non sminuisce la gravità dell’evento.
Il CNDDU sottolinea l’urgenza di una risposta decisa da parte delle istituzioni scolastiche, sociali e politiche. La scuola ha il compito di rafforzare il suo ruolo educativo attraverso progetti strutturati di Educazione Civica e alla Legalità, promuovendo il rispetto delle diversità e la cultura dei diritti umani.
In questo contesto, il CNDDU lancia un appello al Ministro dell’Istruzione e del Merito, prof. Giuseppe Valditara, affinché venga sostenuto un piano nazionale di formazione contro la violenza e per l’inclusione scolastica. È necessario un intervento sistemico e duraturo che coinvolga docenti e studenti, partendo dalle scuole di ogni ordine e grado.
L’episodio di Bitonto non è un caso isolato ma riflette una crisi più ampia dei valori tra i giovani. È fondamentale investire in programmi di prevenzione del disagio giovanile, incrementare la presenza di educatori di strada e attivare sportelli di ascolto psicologico nelle scuole. Campagne di sensibilizzazione contro il bullismo e la discriminazione sono essenziali per costruire una società più giusta e solidale.
Esprimiamo la nostra solidarietà a Paolo e alla sua famiglia, auspicando che ricevano il sostegno e la giustizia che meritano. Invitiamo le autorità a chiarire l’accaduto e a rafforzare gli strumenti di protezione sul territorio. Colpire una persona con disabilità significa colpire l’intera comunità civile. È imperativo reagire con determinazione per evitare che simili gesti diventino la norma in un Paese che deve tutelare i più fragili e educare i giovani al rispetto reciproco.