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IL TRIBUNALE DEL LAVORO DI LODI BACCHETTA IL DIRIGENTE SCOLASTICO E L’USR LOMBARDIA

di Carmine Nicoletti
Sembra che non siano poi tanto così “sceriffi” questi Dirigenti Scolastici del dopo riforma, a dimostrarlo è una recentissima sentenza, la n. 252/2015 del 3 novembre 2015 ottenuta dal sindacato GILDA Insegnanti presso il Tribunale del Lavoro di Lodi.
Una docente in servizio in un Istituto Superiore di Codogno (LO) è stata sospesa dal servizio per un giorno con privazione della retribuzione, e ritenendo illegittimo il provvedimento adottato dalla preside, lo ha impugnato davanti al giudice del lavoro.
Nelle aule di giustizia del capoluogo di provincia lombardo il giudice del lavoro Dott.ssa Elena GIUPPI ha annullato la sanzione disciplinare, scrivendo nelle motivazioni che: “il Dirigente Scolastico non è dotato del potere di irrogare al personale docente la sanzione della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione. L’interpretazione delle norme di legge e del CCNL portano infatti a ritenere che la competenza del Dirigente Scolastico debba ritenersi limitata nell’esercizio del potere disciplinare nei confronti del personale docente”.
A darne notizia è la Gilda degli Insegnanti di Lodi con l’Avvocato Marco Giusto, che ha assistito la professoressa nella causa contro l’amministrazione scolastica.
La dirigente scolastica, spiega Luigi Maglio, coordinatore della Gilda di Lodi, ha irrogato la sanzione applicando erroneamente la riforma Brunetta, in quanto il decreto legislativo 150/2009 consente il superamento della norme del testo unico del 1994 soltanto nei confronti del personale Ata, escludendo quindi il corpo docente. Ciò significa, che la dirigente scolastica avrebbe potuto sanzionare l’insegnante al massimo con una censura, ma non con la sospensione dal servizio e dalla retribuzione.
Sembrerebbe che la sanzione in questione sia stata irrogata alla docente su precise, ma evidentemente non corrette, istruzioni date alla preside dall’ Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia.
Continua Maglio: pur se implicitamente, dunque, la sentenza del Tribunale di Lodi va anche contro l’interpretazione sbagliata del Decreto Brunetta data dall’USR Lombardia.
Conclude Maglio: ci auguriamo che questa vicenda sia da monito anche per eventuali situazioni analoghe future. I dirigenti scolastici sono obbligati a rispettare le norme e non possono abusare dei loro poteri.
La sentenza del tribunale di Lodi si inquadra in un vero e proprio filone giurisprudenziale inaugurato dal tribunale di Potenza, dove un dirigente scolastico è riuscito a collezionare ben 7 sentenze di annullamento di altrettanti provvedimenti disciplinari illegittimi, sempre grazie al patrocinio della Gilda degli Insegnanti.

Alleghiamo la sentenza
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