Come seconda uscita (la prima riguarda il TAV) e prima promessa Zingaretti annuncia l’aumento degli stipendi della scuola, un po’ come fece il suo predecessore che poi nelle tasche dei lavoratori portò appena 40 Euro.
La scuola tutte le volte diventa terreno di conquista dei vari politici sapendo che chi ha la scuola dalla propria parte ha un consenso ampio e sicuro. La scuola è l’ago della bilancia, lo sa bene il PD e rischia di scoprirlo anche il M5S se non porta sul tavolo delle trattative un aumento congruo sia al personale docente che al personale ATA.
Per le promesse di Zingaretti la scuola dovrà attendere intanto le elezioni, poi l’eventuale vittoria del PD e poi che Zingaretti diventi presidente del consigli, tutte cose che al momento sono assai improbabili visto come è ridotto il PD e viste anche le varie correnti interne compresa quella renziana che nonostante l’ennesima sconfitta è dura a morire.
Ai docenti dunque non resta che sperare nell’attuale esecutivo che intanto ha fatto sapere di aver stanziato 4,3 miliardi di Euro per il rinnovo dei contratti a questi dovrebbero aggiungersi anche le risorse recepite dalla maggiore tassazione che sarà applicata ai petrolieri.
