HomePrecari della ScuolaLe immissioni in ruolo sono solo "padane"

Le immissioni in ruolo sono solo “padane”

Nessuno aveva mai penalizzato il Sud come questo governo.

Si tratta di un vero e proprio paradosso. Per la prima volta nella storia della Repubblica le immissioni in ruolo sono quasi tutte concentrate nelle regioni del Nord e non in quelle del SUD. Nemmeno la Lega avrebbe osato tanto, se lo avesse fatto sarebbe stata attaccata da tutte le forze politiche e dai sindacati. Ma a farlo è stato un governo di centro-sinistra che si nasconde dietro il simbolo del PD che è il frutto dell'”evoluzione” politica del PC, PDS, DS e chi più ne ha più ne metta.

A denunciare, con numeri alla mano, l’operazione del governo ci ha pensato l’attento giornalista Salvo Intravaia, noi di InformazioneScuola.it abbiamo riportato l’articolo sulle nostre pagine.

Arrivano le immissioni in ruolo per la scuola: oltre 25mila cattedre di primaria e secondaria da assegnare ai precari delle liste ad esaurimento e ai vincitori di concorso. Ma saranno quasi tutte al Nord. Per la prima volta negli ultimi venti anni la gran parte le assunzioni nella scuola saranno appannaggio dei precari padani. E’ il risultato della mobilità straordinaria concessa dalla Buona scuola ai tantissimi docenti meridionali di stanza al Nord che aspiravano ad avvicinarsi a casa e delle assegnazioni provvisorie che tentano di mettere una toppa all’esodo di migliaia di mamme e capi famiglia neoassunti spediti nelle regioni settentrionali dal contestato algoritmo ministeriale rimasto top secret. Ma se in tanti (meridionali) oggi sorridono perché sono riusciti a coronare il doppio sogno dell’immissione in ruolo al Nord – anche in anni non recenti – e del ritorno nella terra natia, altrettanti precari meridionali resteranno beffati perché i posti che avrebbero potuto sfruttare per essere assunti a tempo indeterminato sono stati occupati dai loro conterranei di ritorno.

Le immissioni in ruolo si effettuano sui posti rimasti vacanti, che al Sud sono stati quasi tutti saturati. In altre parole, quello delle assunzioni e dei trasferimenti operati dalla Buona scuola è per il mezzogiorno un gioco a somma nulla. Con l’effetto immediato di allontanare ancora di più il regolare avvio dell’anno scolastico in quelle province (settentrionali) italiane dove occorrerà assumere migliaia di docenti e effettuare ancora le assegnazioni provvisorie dei docenti che chiedono di essere assegnati, anche per un solo anno, in un’altra scuola, magari di un’altra provincia. Basti pensare alla provincia di Milano, il cui provveditorato agli studi dovrà assegnare oltre 3mila cattedre in ruolo e comunicare ai diretti interessati l’esito delle assegnazioni provvisorie dentro e fuori provincia, una operazione ancora in alto mare. Con il suono della prima campanella che incombe: in Lombardia si ritorna in classe lunedì 12 settembre. Ce la faranno a Milano in appena tre giorni – domenica compresa – ad inviare tutti i docenti in classe?

Dunque tre assunzioni a tempo indeterminato su quattro – il 74 per cento, pari a 18.780 posti – andranno alle sei regioni settentrionali. Mentre al Sud ne arriveranno soltanto 2.741, pari all’11 per cento. Le regioni dell’Italia centrale gestiranno invece il 15 per cento delle assunzioni. Gli uffici scolastici provinciali (ora Ambiti territoriali) in questi giorni sono in stato confusionale perché, impegnati allo spasimo per stilare senza alcun supporto del cervellone ministeriale le graduatorie per le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni sul altra cattedra, ora si vedono cadere sulla testa anche le assunzioni in ruolo, operazioni che dovrebbero concludersi tutte – assunzioni e assegnazioni – entro il 15 settembre. Intanto, i portoni

delle scuole stanno per aprirsi: in nove regioni – Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e in provincia di Trento le lezioni partiranno lunedì prossimo. E antro il 15 settembre saranno in classe tutti gli alunni delle altre regioni.

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