HomeComunicato StampaRicercatrice università Torino lasciata a casa perchè incinta. Il caso in Parlamento

Ricercatrice università Torino lasciata a casa perchè incinta. Il caso in Parlamento

COMUNICATO STAMPA – Claudia Pratelli (resp.le scuola e università Sinistra Italiana) Una ricercatrice universitaria lasciata a casa perché incinta dopo quindici anni di lavoro precario. E’ la denuncia arrivata ieri da Torino. Un caso eclatante di discriminazione di genere e di colpevolizzazione della maternità indegno di un paese civile. Eppure un caso per niente isolato. Un’indagine di qualche anno fa commissionata dalla FLC CGIL “Ricercarsi” contava il 97% di ricercatori precari espulsi dall’università in 10 anni (2003-2013). Si tratta dell’ordinarietà barbara dei nostri Atenei prosciugati dai tagli –circa 1 miliardo dal 2008 ad oggi- e da un blocco delle assunzioni che dura ormai da quasi dieci anni e che ha prodotto una riduzione del 20% di ricercatori e docenti.

Lo afferma la responsabile nazionale scuola, università e ricerca di Sinistra Italiana, Claudia Pratelli.

Ricercatrice università Torino lasciata a casa perchè incinta. Il caso in Parlamento

Senza fondi, senza possibilità di assumere e infine a causa dalla famigerata Legge Gelmini, – prosegue l’esponente della sinistra – le università hanno creato nell’ultimo decennio un esercito di lavoratori invisibili, mascherati da “poco più che studenti” come li ha più volte definiti il Ministro Poletti: sono coloro che vanno avanti con borse di studio, assegni di ricerca, contratti di docenza e tanto lavoro gratuito. E che magari dopo aver tenuto in piedi per anni la ricerca e la didattica nei loro dipartimenti vengono mandati a casa praticamente privi di tutele sociali e previdenziali a causa dei loro “non contratti di lavoro” e privi dei diritti fondamentali.

Su questo caso e sulla precarizzazione del lavoro di ricerca Sinistra italiana presenterà un’interrogazione parlamentare alla ministra Fedeli, primo firmatario il nostro deputato torinese Giorgio Airaudo.

Complessivamente sulla condizione di decine di migliaia di giovani e non più giovani ricercatori è necessario un intervento urgente: come chiesto da Sinistra Italiana, da ultimo con emendamento alla così detta manovrina, abbiamo bisogno di un piano straordinario di reclutamento di ricercatori di tipo B, di sbloccare definitivamente il turn over e di investire finalmente sul nostro sistema universitario. Ma insieme – conclude Pratelli – è irrimandabile una riforma del reclutamento che metta fine a contratti indecenti e forme di lavoro non riconosciute e complessivamente al sistema di sfruttamento istituzionalizzato con la legge Gelmini.

Lo rende noto l’ufficio stampa di Sinistra Italiana
Roma, 16 giugno 2017 –

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