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SBC: serve subito un piano per sostituire i docenti che andranno in pensione nei prossimi anni

I pensionamenti dei prossimi anni lasceranno la scuola in ginocchio

Chi governa deve cercare di guardare in prospettiva e non guardare al solo contingente, all’oggi trascurando il domani e il domani va oltre la durata di un governo, di una legislatura e ben oltre i sondaggi.

Da settembre 2023 scattano i mega aumenti agli stipendi dei DS, al palo quelli dei docenti ed ATA

Chi governa deve avere la vista lunga lo diceva tanti anni fa anche Alcide De Gasperi definendo lo Statista, differenziandolo dal politicante.

E guardando da una parte l’età dei docenti italiani in servizio con un contratto a tempo indeterminato, il numero degli insegnanti precari ( una cifra enorme 200.000) che ogni anno stipulano un contratto a tempo determinato, la difficoltà di trovare insegnanti in alcune aree del nostro Paese e ancora la basse retribuzioni confermate anche dal recente rinnovo contrattuale 19/21, l’autoritarismo con cui i DS governano le scuole e la violenza che si diffonde sempre più nelle classi , noi rischiamo di non trovare più insegnanti, in una rinnovata dialettica tra domanda e offerta che sarebbe da ciechi o troppo comodo non vedere, lasciandolo in eredità a futuri governi.

Quale giovane laureato in Matematica, Fisica, Chimica sceglierebbe un lavoro sottopagato? Chi andrebbe a prestare servizio alle dipendenze a un piccolo ducetto isterico? O sceglierebbe di fare da bersaglio a pallini di gomma sparati da un pistola ad aria compressa?

Continuando con le attuali politiche di reclutamento, noi avremo sempre più offerta a fronte di sempre meno domanda al contrario delle stagioni che abbiamo conosciuto e che ancora conosciamo nelle regioni meridionali dove ancora la domanda eccede rispetto all’offerta e le graduatorie sono ancora piene.

Forse non è un caso che in più tornate di reclutamento molti posti restano vacanti in alcune aree del Paese, considerando anche che non sono autorizzate dal governo e cioè dal MEF immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti.

Oggi i docenti over 60 ( dato del 2022) sono il 18%: praticamente il doppio della media europea.( 9%)

Analogo il dato dei docenti ultracinquantenni: il 20% dei docenti ha infatti tra i 54 e i 59 anni, mentre il 19% ha tra i 50 e i 54 anni.

Più della metà degli insegnanti italiani ha più di 50 anni, con una percentuale complessiva del 57,2%.

La media di docenti over 50 in Europa è di circa il 36%.

Da queste considerazioni e dalle percentuali riportate deriva che se non stabilizziamo i docenti nei prossimi 4 anni e se non li “leghiamo” alla professione pagandoli anche meglio, in Italia non riusciremo più a trovare insegnanti non solo al Nord ma a breve anche nel Sud e nelle Isole.

Da qui le proposte di SBC. Bisogna rinegoziare con l’Europa il piano straordinario di reclutamento, mettere fine al precariato, prorogare la fase transitoria del reclutamento al 2026, incentivare le Call veloci e abolire i vincoli triennali nella mobilità che ostacolano il reclutamento.

Libero Tassella SBC

Reclutamento, rinegoziare il PNRR, le proposte di SBC

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