A partire da settembre, i dirigenti scolastici italiani vedranno un consistente aumento nelle loro retribuzioni, che potrebbe raggiungere fino a 9mila euro lordi all’anno.
Questo rappresenta un incremento di oltre 400 euro netti al mese in più. Tuttavia, queste generose aumenti salariali ampliano il divario retributivo tra i dirigenti e i docenti italiani e in particolare con il personale ATA.
Un collaboratore scolastico guadagna poco più di 1000 euro.
Il 1° agosto scorso, è stato firmato il Contratto Integrativo dei dirigenti scolastici, il quale porterà ad aumenti nelle retribuzioni che per i docenti sarebbero considerati un sogno. Secondo il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, con questo rinnovo contrattuale si garantisce “il giusto riconoscimento del ruolo e dell’impegno della categoria, anche con aumenti retributivi.”
Lo stipendio dei dirigenti scolastici in Italia è suddiviso in tre parti: lo stipendio tabellare, la retribuzione di posizione e la retribuzione di risultato. La parte fissa della retribuzione di posizione è stata raddoppiata nel 2019, passando da 6mila a 12.500 euro. La parte variabile, invece, è stata incrementata con il recente contratto firmato. Quest’ultima parte è stata divisa in tre fasce (A, B e C) per tener conto della complessità delle scuole gestite dai dirigenti.
A partire dal prossimo settembre, gli aumenti retributivi per i dirigenti in servizio si aggireranno mediamente intorno ai 4.500 euro lordi all’anno, corrispondenti a oltre 200 euro netti al mese in più. In dettaglio, secondo un documento del Ministero dell’Istruzione, 97 dirigenti scolastici riceveranno un aumento di stipendio lordo superiore a 9mila euro all’anno, mentre 911 presidi avranno incrementi compresi tra 6mila e 9mila euro. Altri 2.178 dirigenti vedranno aumenti tra 4mila e 6mila euro, e 2.763 tra 2mila e 4mila euro. Solo 830 si dovranno accontentare di aumenti variabili tra mille e 2mila euro all’anno e 614 avranno incrementi inferiori ai mille euro l’anno. Fino a ora, questa parte di retribuzione veniva negoziata a livello regionale, causando notevoli differenze tra le diverse regioni. Da ora in poi, verrà contrattata a livello nazionale e varrà uniformemente in tutte le regioni.
Tuttavia, questi cospicui aumenti negli stipendi dei dirigenti scolastici creano un contrasto con quelli riconosciuti ai docenti con l’ultimo contratto, che peraltro è già scaduto dalla sottoscrizione poiché si riferisce al triennio 2019/2021. I docenti si trovano a fronteggiare un divario retributivo sempre più ampio rispetto ai dirigenti, nonostante abbiano affrontato in prima linea l’emergenza Covid-19 e stiano attualmente lavorando per la produzione dei progetti necessari per accedere ai fondi del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Gli aumenti retributivi dei dirigenti scolastici potrebbero garantire loro un adeguato riconoscimento del lavoro svolto e un’adeguata compensazione per l’aumento del costo della vita negli ultimi anni. Tuttavia, sarebbe importante porre attenzione anche alla situazione dei docenti, affinché il divario retributivo tra le due categorie non si allarghi ulteriormente. Il tema della parità retributiva è fondamentale per garantire una scuola pubblica di qualità e motivare adeguatamente tutti gli operatori del settore.
Supplenze 2023/24 si parte dal 20 agosto. Supplenti in servizio il primo settembre
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