Lo chiameremo San Giuseppe dei miracoli. Purtroppo le cose non sono così, ovvero al momento sono così.
Io se fossi in lui mi preoccuperei dei pasticci di un algoritmo che ancora una volta ha fatto stragi e mi metterei al lavoro per sostituirlo con un altro sistema efficace e efficiente che preveda una convocazione informatizzata rispettosa delle posizioni in graduatoria e della conoscenza delle sedi prima della loro scelta.
I conti però si fanno a consuntivo, Ministro, al 31 dicembre, alla pubblicazione dell’ ultimo bollettino nell’ultima provincia a cui poi dobbiamo sommare anche le supplenze annuali conferite dai DS.
Credo che andremo ad una cifra pari a quella dello scorso anno e divulgata dai sindacati.
Il Ministro la smetta una buona volta di fare propaganda e prenda atto che il precariato è un problema che va risolto, ma su questo problema noi vediamo Valditara sulla stessa linea di chi lo ha preceduto, pur appartenendo a partiti e schieramenti diversi.
Che circa 1/3 degli organici sia oggi costituito da precari, che essi aumentino nelle regioni dell’ Italia settentrionale, che il precariato in prospettiva paradossalmente porterà ad avere difficoltà a trovare giovani disposti a insegnare, allorquando 500.000 docenti tra 10 anni andranno in pensione, è ormai un dato di fatto. Oggi in Italia 500.000 docenti hanno superato i 50 anni.
Che fare?
La risposta è semplice : assumere, assumere e assumere chi è in graduatoria, legandoli stabilmente alla professione per i prossimi 30/40 anni con un piano straordinario di assunzioni, istituendo un doppio canale di reclutamento e dopo la fase transitoria che termina quest’anno fermare i concorsi e poi semplificarli rispetto allo schema del PNRR vouto dal governo Draghi, rinegoziandolo a Bruxelles.
Questo dovrebbe fare un Ministro per risolvere il precariato e non essere il fedele esecutore del Mef e di Palazzo Chigi come del resto tutti i suoi predecessori nessuno escluso.
Quando non si assume neppure su tutti i posti vacanti, come è accaduto quest’anno, il messaggio è evidente, cioè conservare il precariato come un dato strutturale del reclutamento e solo per un meschino calcolo di contenimento di spesa, ieri come oggi.
Con questa miope strategia, torno a ripeterlo, tra 10 anni e non solo al Nord, non si troveranno giovani disposti a sottoporsi ad un dispendioso e lungo iter di reclutamento per poi svolgere un lavoro sottopagato, burocratico, senza considerazione sociale, pericoloso e sottoposto a Dirigenti scolastici sempre più autoritari.
Domandate a un liceale italiano se ambisce a fare l’insegnante e ascoltate la risposta!
Libero Tassella SBC
Leggi anche:
Valditara: 152mila richieste di supplenze, meno del previsto
Segui i canali social di InformazioneScuola
Iscriviti al gruppo Telegram: Contatta @informazionescuola
Iscriviti al gruppo whatsapp
Iscriviti alla nostra pagina Facebook