Circa 40 mila metri quadrati di uffici in affitto per 400 dipendenti. Si parla di 100 mq a disposizione per ogni impiegato. Anche se dal conto andrebbero sottratti gli spazi per convegni e riunioni, si tratta di uno spreco notevole. Non stupisce dunque che la sede del ministero dell’istruzione, università e ricerca di piazzale Kennedy, a Roma, sia finita già ai tempi del rapporto del ministro Piero Giarda nel mirino della spending review.
L’ex ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, aveva disposto la dismissione del contratto di locazione, con il trasferimento dei dipendenti in larga misura nell’immobile demaniale di via Carcani. Con una riduzione dei costi di 7,5 milioni di euro l’anno che doveva scattare proprio dal 2014. E invece niente da fare. I lavori di adeguamento e messa a norma dell’immobile, appaltati a novembre 2012, non sono stati ultimati come da cronoprogramma. Anche questa una storia che non fa più notizia. E così l’affitto della sede di piazzale Kennedy, per il quale nel 2013 sono stati sborsati 5,8 milioni di euro (i pagamenti vengono effettuati alla società IDeA FIMIT sgr, che ha la gestione del Fondo “Ippocrate”, proprietario dell’immobile), è stato prorogato dal decreto Milleproroghe fino al prossimo giungo 2014. E si tratta comunque di un prezzo scontato: meno dei 7,5 milioni di euro previsti da contratto, grazie alla norma della Spending che consente una rinegoziazione dei contratti di locazione da parte delle pubbliche amministrazioni. Un tassello che al momento non è andato al suo posto nel più ampio quadro della spending review dell’Istruzione. Un comitato di esperti è stato chiamato a indicare le nuove, possibili voci di taglio alla spesa.
Alessandra Ricciardi