HomeComunicato StampaTassella: la scuola non riaprirà il 14 settembre

Tassella: la scuola non riaprirà il 14 settembre

La scuola non aprirà dappertutto il 14 settembre come va ripetendo da tempo la Ministra Lucia Azzolina e come ha scritto il Ministero dell’ istruzione in una Faq sull’inizio dell’anno scolastico.

Ad esempio, nella provincia di Bolzano si aprirà in anticipo il 7, in Sardegna il 22, mentre Emiliano aprirà le scuole in Puglia solo il 24 settembre, lo stesso in Calabria, ben dieci giorni dopo.

Mentre il Ministro Azzolina e la sua vice Anna Ascani girano l’intero Paese, lanciando messaggi positivi di ottimismo, questo richiede la loro funzione istituzionale, nei giorno scorsi la viceministra Ascani con il segretario regionale del PD era a Taormona a parlare di una chimera, cioè il tempo pieno in Sicilia, la realtà è che la scuola reale purtroppo è in pesante affanno per la ripresa della scuola in presenza tra poche settimane.

Da qui la richiesta di Scuola Bene Comune di iniziare la scuola ad ottobre al fine di recuperare un po’ del tempo perduto per recuperare i ritardi degli alunni, gli spazi ed avere tutto il petsonale docente e ATA al completo con le nomine di tutti i 120.000 docenti supplenti anche dei 40.000 docenti covid.

Mentre assistiamo a fantasiose ipotesi per recuperare spazi: musei, cinema, teatri, parrocchie, B& B, case private, la verità la dicono come sempre i numeri, mancano gli spazi, 10.000 aule delle 20.000 che mancavano all”inizio, mentre 400.000 studenti saranno costretti a lasciare il proprio istituto scolastico, stando alle dichiarazioni dell’Associazione Nazionale dei Presidi.

C’è poi tutta la problematica dei lavoratori fragili, questi ritorneranno o meno in cattedra, considerando che l’età media in Italia degli insegnanti è molto alta e quindi la possibilità di trovarsi in condizioni di salute precaria sale rispetto agli altri Paesi.

Non saranno certo i 40.000 supplenti Covid usa e getta a risolvere il problema dello sdoppiamento delle classi, soprattutto nel biennio delle scuole secondarie superiori dove sarà possibile anche la didattica a distanza, (chi lo deciderà?) una didattica emergenziale, respinta da docenti e genitori e pedagogisti che diventa ora routine in quanto non si è avuto il coraggio civile di investire da subito nell’organico di fatto, eliminando da settembre tutte le classi sovraffollate, dette pollaio dalla stessa Ministra Azzolina.

Il Covid 29 , secondo SBC, deve almeno offrirci un duplice insegnamento: farci prendere contezza ormai che le scuole italiane sono insicure non solo dal punto di vista igienico , sanitario, ma anche statico statico e per possibi incidenti che in esse possono capitare ma le scuole vanno anche ripensate dal punto di vista della trasmissione dei saperi, del senso civico e del superamento delle distanze sociali.
Una scuola delle opportunità e non una scuola dove si mira al soddisfacimento del cliente, abbassando sempre l’asticella delle performance, altrimenti si confonde “effrazione con infrazione”

Una scuola che promuove tutti non va bene in quanto produce ignoranza , povertà educativa e civica

Una scuola che promuove tutti ex ante boccia tutti ex post e lascia inalterate le differenze culturali e sociali.

Abbiamo bisogno di spazi didattici attrezzati , di un minor numero di alunni nelle classi, di più insegnanti di più collaboratori scolastici e più assistenti amministrativi.

Ma abbiamo bisogno anche di una scuola diversa nella sostanza che per gli insegnanti non si riduca ad un ammortizzatore sociale della disoccupazione intellettuale nel Sud, per le famiglie a un parcheggio e a un babysitteraggio e per gli studenti ad una perdita di opportunità e di tempo.

Se questo sarà capito e attuato nei prossimi mesi dalle classi dirigenti al governo sarà un bene per tutti, altrimenti la Scuola come il Paese non avrà futuro in quanto la Scuola Statale bene comune è il futuro del Paese.

Libero Tassella SBC

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