La ricerca effettuata dalla fondazione Agnelli ed un’analisi generale della situazione scolastica attuale, pone i precari e i non precari della scuola a fare una riflessione. Angelo, ad esempio, si affida a Facebook e scrive: “Corsi, concorsi, ricorsi, diplomi abilitanti, G.A.E., G.M., ecc, ecc… Posto questo articolo che, sebbene basato su proiezioni statistiche, e quindi soggetto all’oscillazione delle variabili impiegate entro i limiti assunti per l’analisi, restituisce un quadro occupazionale futuro nella scuola tutt’altro che positivo ed incoraggiante.
Senza alimentare polemiche, ma stimolando una riflessione, mai come in questi ultimi anni la scuola viene interpretata ed individuata come soluzione occupazionale per chi si affaccia al mondo del lavoro, o per chi, lo ha perso, o ancora per chi è alla strenua ricerca del “posto fisso”, per sollecitare una riflessione condivisa sul futuro degli operatori della scuola pubblica nei prossimi 10 anni, che possono sembrare tanti, ma in realtà non lo sono: per chi decide oggi di intraprendere la carriera scolastica, il “gioco” vale la “candela”?”
Per diventare insegnanti occorre superare un percorso lungo e faticoso come il FIT
La ricerca della Fondazione Agnelli ha evidenziato che in 10 anni per via della crisi che sta investendo il nostro Paese e per via delle nascite sempre più vicine allo zero, ci saranno 1 milione di studenti in meno e 55 mila posti in meno nella scuola. Al contempo, agli aspiranti docenti, viene chiesto di abilitarsi attraverso un percorso FIT irto di ostacoli ed impegnativo per poi intraprendere una carriera scolastica che di fatto carriera non è visto che la progressione stipendiale è soltanto legata agli scatti di anzianità, che in soldoni si tratta di pochi spiccioli così come quelli del recente rinnovo del contratto. Alla luce di ciò, e vi rimandiamo al quesito di Angelo, il gioco vale la candela?