La recente decisione di escludere i titoli di Stato e i buoni fruttiferi postali fino a 50.000 euro dal calcolo dell’ISEE, introdotta con la Legge di Bilancio 2024, potrebbe portare significativi benefici per molte famiglie italiane. Tuttavia, l’operatività della norma è ancora in sospeso, in attesa della pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale.
Secondo i dati INPS, circa il 28% degli ISEE elaborati nel 2023 include titoli di Stato o prodotti postali garantiti. Una volta esclusi dal calcolo, molte famiglie potrebbero vedere un ribasso del proprio indicatore economico, accedendo così a prestazioni agevolate o a rette più basse. Per esempio, un nucleo familiare con 25.000 euro investiti in titoli di Stato potrebbe registrare una diminuzione dell’ISEE fino al 17%.
Tuttavia, la revisione delle pratiche non sarà gratuita. Dal 1° ottobre 2023, il ricalcolo dell’ISEE comporterà un costo medio di circa 25 euro per ogni nuova DSU presentata. Questo potrebbe rappresentare un ulteriore onere per le famiglie, già alle prese con l’incertezza normativa.
L’abbassamento generalizzato degli ISEE potrebbe inoltre incidere sui bilanci di Comuni e università, costringendoli a rivedere le fasce di accesso ai servizi.
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