HomeLettere in RedazioneFamiglia Finlandese critica sistema scolastico Italiano, ma i docenti non ci stanno

Famiglia Finlandese critica sistema scolastico Italiano, ma i docenti non ci stanno

Il sistema scolastico attaccato da una famiglia finlandese

Nella sempre più totale vacuità della rete sta facendo notizia, nelle ultime ore, la critica di una madre finlandese al sistema scolastico italiano, da questa giudicato – per usare un eufemismo – non all’altezza delle proprie aspettative. La notizia, diffusa urbi et orbi da siti che pur avendo il termine “scuola” nel proprio nome sembra non aspettino altro che gettare fango su tale Istituzione e su chi ci lavora (il tutto per una manciata di click in più), ha ovviamente generato il solito tsunami di critiche da parte soprattutto dei proverbiali “leoni da tastiera” (ma anche tra colleghi), che hanno iniziato a chiedere al personale scolastico di cospargersi collettivamente il capo di cenere per questa ennesima brutta figura. Al di là delle diffuse reazioni “di pancia” cerchiamo però di non perdere gli ultimi barlumi di razionale oggettività.

Che la Scuola italiana abbia dei problemi è un dato di fatto. Così come però è un dato di fatto che ci sia una vasta moltitudine di gente che ci lavora (Dirigenti, Docenti e Personale ATA) che quotidianamente cerca, con non poche difficoltà, di “limitare i danni” continuando a fare il proprio dovere fronteggiando innumerevoli difficoltà. I salti mortali che sono stati fatti in due anni di pandemia non sono che uno dei molteplici esempi. Il tutto per contribuire al meglio alla costruzione delle generazioni future.

Però basta il commento di un genitore, opportunamente fatto risuonare nelle ingorde vastità della rete, per puntare il dito e cercare proverbiali capri espiatori.

Perché non si dice che i problemi della Scuola risiedono nell’inesperienza di chi è nella “stanza dei bottoni” a livello centrale che troppo spesso si trova in tali incarichi per motivi politici o per peso accademico (Scuola ed Università sono due universi quasi paralleli)?
Perché non si evidenziano le scellerate decisioni che, nel corso dei decenni, hanno causato sanatorie nelle procedure di accesso di alcuni docenti che hanno trovato il proprio ruolo senza sottoporsi ad un’opportuna valutazione concorsuale?

Perché non si parla di una motivazione che progressivamente decresce tra gli Insegnanti a causa di una burocrazia sempre più predominante ed una gratificazione (non solo economica) sempre più ridotta al minimo o dell’efferata progressiva trasformazione – politicamente decisa – della Scuola in azienda?

Perché ancora non si sottolinea la sempre più bassa elargizione di fondi (perché tutto sommato a “qualcuno” un popolo di ignoranti privo di pensiero critico fa comodo) o il loro errato utilizzo (banchi a rotelle docet)?

E perché infine (ma la lista sarebbe ancora lunga) non si ragiona sul binomio Scuola-Famiglia che negli ultimi decenni è passato da una profonda concordanza di intenti ad un graduale antagonismo (docenti contestati ed aggrediti dai genitori non sono più, purtroppo, sporadiche eccezioni), il tutto a scapito degli studenti?

Oggi gridare allo scandalo per il commento di una madre è come guardare il dito dopo aver indicato la Luna. Perché scrivere su una tastiera e vomitare improperi contro una categoria sociale è più facile (e anche più di moda) che fermarsi a riflettere sulle differenze tra cause ed effetti.

I problemi vanno analizzati senza sabbia negli occhi gettata ad hoc da una disinformazione di massa sempre più divisiva e provocatoria, il cui intento è quello di generare commenti attraverso sterili polemiche e non quello di suggerire una particolare gamma di soluzioni.
Concludo dicendo che pur adorando la Finlandia, soprattutto dal punto di vista paesaggistico e musicale (Ensiferum e Nightwish, tra i miei gruppi preferiti, sono Finlandesi), sono fermamente convinto che affermare che quello sia il Paradiso e da noi ci sia l’Inferno sia una visione semplicistica e soprattutto errata. Avere ad esempio abolito la scrittura a mano avrà delle ripercussioni a livello neurologico che saranno evidenziate nelle generazioni a venire. E solo allora se ne potrà riparlare.

In un Mondo che crolla la Scuola resta ancora, con tutti i suoi difetti e le sue limitazioni, un baluardo. E non è mera retorica. Risolviamo i problemi studiando tutti insieme le cause, non contribuendo a seminare zizzania gettando indistintamente fango su chi ogni giorno cerca di fare in maniera corretta il proprio dovere. Gli episodi vanno trattati come tali, senza elevarli a regola fino al parossismo. Altrimenti tutto sarà in balia della più becera e totale ignoranza.

Abbiate fiducia in noi e fateci realizzare al meglio il nostro lavoro.

Christian Del Pinto

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