È arrivato il momento di fare chiarezza – scrive in una lettera aperta Daniela Nicolò – su un tema che sta generando un acceso dibattito nel mondo della scuola: i percorsi INDIRE per il sostegno. Tra commenti polemici e prese di posizione spesso dettate dalla disinformazione, emerge con forza un dato di fatto: questa riforma rappresenta un’opportunità unica per valorizzare l’esperienza concreta maturata sul campo da centinaia di docenti che da anni si dedicano con passione agli alunni con disabilità.
I decreti attuativi sono ormai in uscita, eppure continuano a susseguirsi commenti critici da parte di aspiranti docenti e specializzandi TFA. Ma è giunto il momento di dire le cose come stanno: il sostegno non si improvvisa, e non può essere considerato una scorciatoia per ottenere un ruolo a scuola.
Perché i percorsi INDIRE sono fondamentali?
I corsi promossi da INDIRE non sono per tutti, ma per chi ha dimostrato sul campo la propria competenza, dedizione e preparazione. Sono pensati per riconoscere un merito spesso dimenticato: quello degli insegnanti che da anni operano nel sostegno, senza clamore, ma con una presenza costante e determinante nella vita scolastica di molti studenti fragili.
Ecco cosa rappresenta davvero INDIRE:
- I – Indiscutibile: valorizza chi già ha dimostrato di essere una risorsa preziosa per la scuola.
- N – Necessario: garantisce una continuità educativa fondamentale agli studenti con disabilità.
- D – Decisivo: sancisce il riconoscimento della professionalità di chi lavora nel sostegno con passione.
- I – Inestimabile: arricchisce la formazione e l’inclusione scolastica.
- R – Reale: si fonda su anni di esperienza concreta, non solo su formazione teorica e brevi tirocini.
- E – Eccellente: è una scelta risolutiva per i problemi storici del sostegno scolastico.
Criticare questi percorsi senza conoscerli a fondo è un insulto all’intelligenza di chi ogni giorno affronta le sfide educative in prima linea. La scuola italiana non ha bisogno di “cercatori di posto”, ma di professionisti realmente preparati e motivati.
Un appello alla responsabilità
Chi si appresta a diventare docente di sostegno dovrebbe riflettere sul valore umano e sociale del proprio ruolo. È lecito dissentire, ma farlo con rispetto e consapevolezza è ciò che distingue un insegnante vero da chi cerca solo scorciatoie.
INDIRE rappresenta il cambiamento che la scuola attendeva da tempo: una riforma centrata sull’esperienza, la competenza e la dignità professionale. Difendere questi valori significa tutelare i diritti degli studenti con disabilità e costruire una scuola più equa e inclusiva.
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