Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha espresso dure critiche nei confronti del governo Meloni per il mancato rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, con particolare riferimento al personale scolastico. Docenti e personale Ata attendono da tre anni un adeguamento contrattuale, mentre l’inflazione ha raggiunto livelli preoccupanti, arrivando al 18%. L’aumento proposto dal governo, pari al 6%, è considerato insufficiente per compensare la perdita del potere d’acquisto.
Nel dettaglio, il contratto di lavoro 2022/2024 prevede un incremento medio di 140 euro mensili, ma più della metà di questa cifra è già percepita come indennità di vacanza contrattuale. Il risultato è un aumento netto di soli 30-35 euro, giudicato inadeguato rispetto alle esigenze del settore.
Landini ha inoltre contestato i dati sull’occupazione presentati dal premier Meloni, evidenziando una crescita del lavoro precario, con oltre 4,2 milioni di contratti part-time, spesso mal retribuiti. Il leader sindacale ha ribadito che i rinnovi contrattuali finora raggiunti sono merito dell’azione sindacale e non di un intervento diretto del governo, sollecitando misure più incisive per tutelare salari e diritti dei lavoratori.
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