HomeStampaLe parole della professoressa di Caserta non piacciono ai docenti

Le parole della professoressa di Caserta non piacciono ai docenti

Ad aprire le danze è stato Gramellini con la sua rubrica sul Corriere della Sera. Il giornalista con il commento “santa prof”, apre il dibattito sul “buonismo” nella scuola italiana, anche se secondo il giornalista la richiesta di perdono da parte della professoressa sembra più un gesto materno:” C’è una sola persona che può continuare ad amare incondizionatamente chi le ha fatto del male e manco lo capisce. Una madre”. Ma una prof. – aggiungiamo noi – non può e non deve essere una madre, almeno non in classe. In classe occorre autorevolezza, anche se gli strumenti a disposizione dei docenti ormai sono pochi, anzi non ne hanno più. I figli del ’68 – così dicono gli avversari politici – hanno tolto ogni arma ai docenti. Ma anche gli avversari non scherzano, i fannulloni di Brunetta sono ormai nella testa di tutti, sia degli studenti che delle loro famiglie, queste ormai assenti e se presenti difendono i loro pargoli.

Il commento dei suoi colleghi

Riforma del sostegno, quanti docenti interessa?

L’insegnante ormai è solo schiacciato dal dirigente, dalla pressione delle famiglie e dagli studenti stessi. Solo contro una società sempre più difficile e complessa ecco perché la professoressa in classe non deve essere “mamma”, ma un’istituzione autorevole. Un punto di riferimento per i propri studenti. Sui social c’è chi ha commentato con durezza le dichiarazioni della docente casertana. Antonella scrive: “Io non sono una kamikaze votata al martirio, non sono una missionaria con il compito di convertire o redimere nessuno, non sono un soldato in trincea a donare la sua vita per la Patria né ho colpe da espiare a suon di botte e coltellate… Io sono una docente professionista e il mio dovere è quello di trasmettere cultura e amore per la conoscenza ma non di cambiare o salvare un ragazzo, non di sostituirmi alla sua famiglia nel ruolo educativo né tanto meno di flagellarmi o immolarmi per un fallimento che non mi appartiene… ora basta col masochismo sacrificale… chi sbaglia deve pagare, la violenza non ha mai attenuanti o giustificazioni e nessuno merita una coltellata… il vero fallimento educativo è far credere all’impunità , negare il rapporto causa effetto, compatire, difendere giustificare incoraggiare a ottenere tutto senza fatica e sudore , creare carnefici facendosi vittime”. Noi nel nostro piccolo siamo d’accordo con Antonella.

informazione scuola telegram

Informazione Scuola, le Ultime Notizie della Scuola in un click.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE...

altre news