HomeComunicato StampaPiccolotti (Avs): il governo davvero intende favorire le università private telematiche?

Piccolotti (Avs): il governo davvero intende favorire le università private telematiche?

Question Time a Montecitorio: L'onorevole Piccolotti interroga il governo sul futuro delle università telematiche e sui controlli previsti dal 2025

Oggi pomeriggio, a Montecitorio, durante il question time, l’onorevole Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) interrogherà il governo riguardo il futuro delle università telematiche e private. La questione sollevata riguarda l’intenzione del governo di favorire tali istituti, spesso visti come alternativi alle università pubbliche, e l’implementazione dei controlli previsti dal decreto ministeriale n. 1154 del 2021. Questo decreto, che dovrebbe entrare in vigore nel 2025, impone alle università telematiche gli stessi standard di qualità previsti per le università pubbliche. Tuttavia, resta da chiarire se il governo intende modificare i criteri di accreditamento.

Secondo il rapporto dell’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), le università telematiche hanno visto una crescita impressionante negli ultimi dieci anni, sia in termini di offerta formativa (+113%) che di iscritti (+180 mila studenti). Questi numeri evidenziano la crescente importanza delle università online nel panorama educativo italiano.

Le indiscrezioni dei mesi scorsi suggeriscono che il Ministero dell’Università e della Ricerca, guidato dalla ministra Bernini, starebbe lavorando a un decreto che potrebbe alleggerire i requisiti minimi per l’accreditamento delle università telematiche. Tale decreto potrebbe consentire a questi istituti di mantenere un numero di studenti significativamente più alto rispetto alle università tradizionali, con potenziali impatti negativi sulla qualità della formazione.

La Piccolotti chiede chiarezza e trasparenza su queste modifiche. Le università telematiche, afferma, devono garantire la stessa qualità delle pubbliche, con adeguati standard di docenza, esami in presenza e programmi aggiornati. La risposta del governo potrebbe segnare un punto di svolta per l’intero sistema universitario italiano, con potenziali implicazioni per migliaia di studenti.

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