HomeNotizieRiforma fiscale, ecco come potrebbe cambiare con il prossimo governo

Riforma fiscale, ecco come potrebbe cambiare con il prossimo governo

Il prossimo governo di che colore sarà? E soprattutto che riforma fiscale realizzeranno? Proviamo a vedere cosa propongono.

Riforma fiscale, cosa potrebbe cambiare se vincesse la coalizione di centro-destra

– il Centrodestra propone la riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e autonomi, evitando anche eventuali nuove tasse patrimoniali.
– l’estensione della flat tax fino a 100 mila euro,
– pace fiscale e “saldo e stralcio”: accordo tra cittadini ed Erario per la risoluzione del pregresso,
– riduzione IRPEF partendo dai redditi medi e bassi e una razionalizzazione delle agevolazioni fiscali,
– semplificazione e il miglioramento del rapporto fra Amministrazione e contribuenti attraverso il Codice tributario unico,
– lo sviluppo del fisco digitale,
– l’abolizione delle micro-tasse,
– la riforma della Giustizia tributaria.

Riforma fiscale: come potrebbe cambiare se vincesse il centro-sinistra

Obiettivi comuni con il centro destra tranne che per la flat tax. Per non creare uno svantaggio ai contribuenti nel regime dei minimi, potrebbero anche proporre una doppia flat tax, vale a dire al 15% fino ai 65.000 euro e al 23% fino ai 100 mila euro.

Le proposte del Movimento 5 stelle

– cashback fiscale, introduzione di un meccanismo che permetta l’immediato accredito su conto corrente delle spese detraibili sostenute con strumenti elettronici;
– cessione crediti fiscali strutturale, cioè mettere a disposizione di famiglie e imprese ingente liquidità, che può essere esteso ad altre agevolazioni per investire a costi ridotti nella transizione ecologica;
– maxirateazione delle cartelle esattoriali per dare ossigeno a contribuenti e imprese anche dal lato della riscossione.

Il punto dolente è che, dopo i 17 miliardi di euro impiegati per il Dl Aiuti bis, i soldi scarseggiano e così sono a rischio gli interventi per aumentare le pensioni e gli stipendi nel 2023. Come già detto con queste difficoltà di bilancio sono a rischio tutti gli interventi sulle pensioni e gli stipendi.

Per la rivalutazione delle pensioni l’anticipo di ottobre al 2% è costato 1,4 miliardi: con questa inflazione, secondo i conti del Sole 24 Ore, confermare tutto l’intervento a gennaio potrebbe costare fino a 6 miliardi aggiuntivi.

Confermare invece lo sgravio contributivo del 2% per i redditi fino a 35mila euro per tutto il prossimo anno costa 4,5 miliardi.

A questi si aggiungono i circa 8 per prorogare bonus e sconti in bolletta e almeno 4 per rinnovare nel triennio 2022-2024 i contratti degli statali. Inoltre, serviranno almeno un altro paio di miliardi per confermare gli aiuti all’Ucraina. Dunque, in totale, per la prossima legge di Bilancio, serviranno almeno 25 miliardi di euro, che difficilmente si troveranno senza fare nuovo deficit.

Purtroppo, il debito pubblico è già alle stelle ma questi piccoli passi, volti alla riduzione della tassazione, non sono effettuati in un periodo in cui le tasse servono a ripianare tutti i debiti?

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