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SBC: allarme democrazia nella Scuola italiana, il sistema va rivisto

La scuola italiana è ancora democratica?

Nella scuola dell’Autonomia governata dal DS ormai ogni funzione è designata dal dirigente, la linea è questa e recentemente è stata anche ribadita dal Presidente della ANP, la più importante Associazione di DS, il Dott. Antonello Giannelli.

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Le eccezioni ovviamente ci sono, ma sono appunto delle eccezioni, quelle di DS illuminati. Voglio preliminarmente rispondere così a chi spesso a simili analisi, afferma che nella “sua” scuola non è così, pure nel deserto ci sono le oasi e nel cielo di fine inverno compare una rondine, ma resta il deserto e l’inverno.

È forse un caso che oggi nei trasferimenti più che alla prossimità si badi al DS che dirige la scuola dove si intende trasferirsi?

Ora alle tante figure si aggiungeranno dal primo settembre anche gli orientatori e i tutor che si vanno ad aggiungere ad altre figure di Staff, fino al 10% del personale docente, anche le figure strumentali previste dal Contratto Nazionale di Lavoro ora sono designate dal DS che nei fatti si è sostituito d’imperio al Collegio.

Ora tutti sono designati dal DS che dispone a sua discrezione dell’organico dell’autonomia ( curriculare e potenziato, assegnazione a questo e a quello ), inoltre anche le retribuzioni aggiuntive sono stabilite sempre dal DS, il collegio dei docenti è ridotto ad una semplice conferenza di servizio con la funzione solo di ratificare le decisioni del DS, le RSU sono uno strumento ormai in mano al DS che ogni tre anni inserisce nelle liste sindacali chi vuole e li fa eleggere, per manovrarle, i sindacati si sono piegati a questa logica per raccogliere voti per la rappresentanza. In caso contrario o non presenteranno la lista nel triennio successivo in quella scuola o se la presenteranno il DS la farà boicottare.

Le RSU, nate per bilanciare il potere del DS, cresciuto poi a dismisura con la 107 nel 2015, ora sono anch’esse parte della mappa di potere del DS e partecipano senza alcuna remora alla spartizione dei fondi ricoprendo incarichi nello Staff e paradossalmente contrattano a livello di istituto il loro salario aggiuntivo in palese conflitto d’interesse.

La RSU fuori dal coro (contrastiva), non organica al sistema creato dal DS nella scuola viene emarginata, se non indotta al silenzio, al mobbing o al trasferimento.

Alcuni DS invitano nelle presidenze e a volte anche pubblicamente nei Collegi le RSU contrastive o gli insegnanti che osano esprimere critiche o proposte alternative ad andare via dalla “loro” scuola, nella logica di non disturbare il manovratore che si erge a garante dei risultati della Scuola e dell’utenza: genitori e studenti, che secondo la logica aziendalistica hanno sempre ragione e diritto a un buon prodotto, identificato quasi sempre nella promozione.

Ci risulta di DS che in questi giorni a fronte di un mancato trasferimento di un docente non gradito ora lo spingono a presentare domanda di Assegnazione Provvisoria o Utilizzazione in altra scuola, facendo capire che il docente non è funzionale al progetto educativo della “loro” scuola, perché oggi il DS considera la scuola una sua proprietà privata ( la mia scuola, i miei insegnanti, il mio personale, i miei studenti, le famiglie dei miei alunni) e il sacrosanto principio della rotazione recentemente è stato ancora una volta eluso.

Non è un caso che i DS siano molto attenti nella fase della valutazione finale ( scrutinio) sovrapponendosi d’imperio ai consigli di classe e cercando di limitare al limite indispensabile le ripetenze anche in casi di alunni che hanno mostrato una scarsa frequenza, uno scarso rendimento o addirittura si siano resi protagonisti di aggressioni verbali e fisiche nei confronti dei loro insegnanti. L’operazione riesce alla perfezione sventolando lo spauracchio del ricorso del genitore e del ripetere lo scrutinio a luglio o ad agosto.

Le scuole sono gestite sempre più in modo autoritario ed autoreferenziale, non esiste nella pratica la “comunità educante” se non come bella espressione nel CCNL, tutto avviene in un deficit di democrazia, di trasparenza e di legalità come SBC denuncia da anni.

Su questo noi invochiamo una Commissione Parlamentare che raccolga le denunce delle scuole, la Scuola per noi è un bene comune e di essa si deve occupare il Parlamento della Repubblica.

I sindacati attivi nelle sedi territoriali purtroppo nelle scuole sono assenti, il sistema delle RSU e dei TAS nominati dai segretari provinciali è ormai fallito, ormai nelle scuole esiste un regime di sudditanza e nessuno osa più esporsi anche perché poi viene isolato dagli altri, resta solo, per non parlare della delazione che regna sovrana nelle scuole.

I docenti sono passivi e rassegnati e le cose sono destinate sempre più a peggiorare. Tra impunità e appoggio da parte degli USR con ispezioni addomesticate che mettono a tacere anche quando raramente si trova il coraggio di denunciare, si respira un clima di impunità e di impotenza.

In questo marasma ( ci vorrebbe una trasmissione di Report per denunciarlo?) la scuola democratica sta morendo se non è già morta.

La comunicazione per i docenti è quasi tutto

Questo è il grido di dolore che arriva dalle circa 8000 scuole autonome italiane. Bisogna far presto e rivedere le leggi dell’autonomia, della dirigenza e le regole rappresentanza sindacale nelle scuole. Per questi ci vuole un atto di coraggio della politica e del sindacato. Conservare questo stato di cose non giova a nessuno, né agli studenti, né ai Docenti e al personale né al Paese.

Libero Tassella. SBC

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