Lo possiamo definire rinnovo punitivo. Non solo il contratto è fermo dal 2006/2009 facendo crollare il potere di acquisto degli stipendi degli statali e del personale della scuola, ma il rinnovo non porterà nulla di buono. Le risorse messe in campo saranno pochissime. Gli 80 Euro lorde fatte le dovute trattenute si ridurranno a meno della metà e la parte normativa conterrà una serie di penalizzazioni che porteranno al licenziamento.
Dal rinnovo del contratto pochi spiccioli e tante punizioni
Nel mirino I furbetti del week end, guai a chi si ammala durante I fine settimana, si rischia grosso da 11 giorno a 6 mesi di sospensione senza stipendio. Proprio così! Anche se si parla di sospensione per coloro i quali resteranno a casa “fino a 2 assenze ingiustificate dal servizio in continuità con le giornate festive e di riposo settimanale”. Le stesse sospensioni riguardano anche coloro i quali si assenteranno tutti assieme (ammalandosi?) durante le festività o a ridosso di esse.
Se l’assenza si ripete negli anni allora scatta il licenziamento. Insomma solo punizioni e nessun premio di nessuna natura né tanto meno economico. Sui social i docenti hanno già attivato la “disdetta day” lanciata da Professioneinsegnante che invita allo stralcio delle tessere, gli altri giurano di non votare “mai più PD” e di andare oltre l’attuale sistema partitico che si palleggia il potere nel segno di una sconcertante continuità politica e di scelte politiche.