Negli ultimi mesi, il dibattito sulla formazione dei docenti di sostegno in Italia si è acceso, soprattutto in seguito all’introduzione dei Corsi INDIRE. Questo nuovo percorso breve e online diventerebbe una sorta di riconoscimento per gli insegnanti con esperienza pluriennale e per coloro che hanno conseguito il TFA all’estero, offrendo loro un’opportunità di specializzazione attraverso un iter formativo abbreviato. Tuttavia, la sua percezione e il suo valore sono stati spesso messi in discussione, anche da esperti pedagoghi.
Formazione abbreviata o scorciatoia?
I Corsi INDIRE per il Sostegno – sostengono gli interessati – non devono essere interpretati come una via breve per ottenere la specializzazione, ma piuttosto come un percorso pensato per valorizzare competenze già acquisite sul campo. Coloro che vi accedono hanno già affrontato le sfide del sostegno didattico, dimostrando competenza e dedizione.
Tuttavia, la reazione di una parte della comunità accademica e professionale ha generato un’ondata di critiche, bocciandoli come se si trattasse di una sorta di sanatoria. Un liberi tutti a scapito degli studenti con disabilità.
La polemica è ancora in atto, il governo alla luce di questo sembra voler rivedere l’organizzazione di tali corsi, tuttavia proprio per il sostegno resta un importante vuoto in organico che va colmato, ma certamente non rappezzato con docenti improvvisati e poco formati.
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