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Altra batosta per i precari, la Cassazione dice no all’aspettativa per i dottorati di ricerca

Altra batosta per i precari ricorsisti. Dalla Cassazione arriva il NO ai precari che chiedevano l’aspettativa per i dottorati di ricerca.  I problemi stanno iniziando a sorgere inq uesto periodo, l’amministrazione e le scuole sono costrette a negare l’aspettativa proprio perché l’8 febbraio scorso la Corte di Cassazione ha emesso la sentenza numero n.3096.

Per i precari si tratta dell’ennesima delusione poiché – scrive ItaliaOggi – ” toglie ogni speranza di mantenere la retribuzione e di maturare il punteggio di servizio agli insegnanti a tempo determinato che frequentino o intendano frequentare i corsi di dottorato di ricerca”.

Secondo la Cassazione per poter usufruire dell’aspettativa per frequentare i dottorati di ricerca è necessario che il contratti del dipendente pubblico abbiano durata almeno per altri due anni dopo dopo la cessazione del triennio del corso di dottorato di ricerca. Come è noto non è il caso dei precari della scuola.

Il precario aveva vinto la causa in I e II grado ottenendo il riconoscimento del diritto a percepire la retribuzione

Come nel caso dei diplomati magistrali e degli ITP, anche  questa volta dopo i due gradi di giudizio, il I e il II, è arrivata la batasto inaspettata. L’Amministrazione ha non si è mai arresa appellandosi alle prime sentenze fino a giungere al verdetto definitivo capovolgendo quindi le prime due.

Quindi i giudici riconoscono tale “privilegio” solo al personale di ruolo e non a quello precario che dovrà dunque scegliere se fare il dottorato o partecipare alle chiamate delle scuole per le supplenze brevi o per gli incarichi annuali.

 

 

 

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