L’assegno unico universale maggio 2025, introdotto per sostenere le famiglie, solleva interrogativi quando i genitori si separano. La normativa italiana prevede che l’assegno unico sia suddiviso equamente tra i genitori, salvo accordi o disposizioni del tribunale. In caso di affidamento esclusivo, l’INPS eroga l’intero importo al genitore collocatario. Tuttavia, errori amministrativi o mancanza di accordo possono portare a tensioni, risolvibili in sede giudiziaria.
L’assegno di mantenimento è distinto dall’assegno unico e rappresenta il contributo economico del genitore non collocatario per il mantenimento dei figli. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’assegno unico non si cumula né si detrae dal mantenimento. Il genitore beneficiario deve utilizzarlo nell’interesse dei figli, pena l’accusa di appropriazione indebita.
La giurisprudenza stabilisce che l’assegno unico non influisce sul calcolo del mantenimento. In caso di differenze significative di reddito o mancata gestione delle spese, il giudice può modificare la ripartizione dell’assegno unico. Accordi privati che alterano la destinazione dell’assegno unico senza approvazione del tribunale non sono ammessi.
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