Una scelta che il CDSS definisce come un paradosso pericoloso: da un lato lo Stato rifiuta un titolo giudicandolo inidoneo all’insegnamento, dall’altro lo accetta per accedere a un percorso compensativo che, in teoria, dovrebbe legittimare l’insegnamento proprio a quei soggetti dichiarati non idonei.
Secondo il Collettivo, questa misura rischia di svuotare di significato l’intero sistema di valutazione dei titoli e di trasformare i percorsi INDIRE in “uscite di sicurezza” per chi non ha superato l’iter di riconoscimento formale, compromettendo gravemente la qualità dell’inclusione scolastica.
Le denunce del CDSS
- Contraddizione normativa tra il rigetto del titolo e l’accesso alla formazione;
- Dequalificazione dei percorsi di sostegno;
- Pericolo di un’inclusione solo formale, senza attenzione ai reali bisogni degli alunni con disabilità.
Le richieste del Collettivo
- Revoca dell’accesso ai corsi INDIRE per candidati con rigetto formale;
- Ripristino di percorsi selettivi e qualificati basati su titoli regolari;
- Coinvolgimento attivo dei docenti specializzati nella definizione dei criteri formativi;
- Implementazione di un monitoraggio indipendente sui reali effetti nelle scuole.
Il CDSS ribadisce un principio fondamentale: il sostegno non è un’alternativa per chi ha fallito, ma una missione educativa rivolta ai più fragili. Abbassare gli standard formativi significa compromettere il futuro di migliaia di alunni con disabilità. Il Collettivo assicura che non resterà in silenzio davanti a questo scenario.