“La Commissione valuterà se adottare la proposta”, ha dichiarato Valditara in un’intervista a Rai Radio 1, “e saranno poi gli Stati membri a discuterne in sede istituzionale. Se vi sarà consenso, toccherà ai ministri dell’Istruzione approvarla formalmente”.
L’iniziativa ha già ottenuto i primi consensi internazionali: la Polonia ha espresso il suo pieno sostegno e anche la Svezia ha manifestato l’intenzione di appoggiare la proposta. Un fronte compatto che potrebbe accelerare l’adozione di una normativa condivisa a livello comunitario.
Secondo Valditara, l’obiettivo è quello di tutelare la salute mentale e il rendimento scolastico dei giovani studenti, sempre più distratti e dipendenti dagli schermi. “Successivamente potremmo valutare se estendere il divieto anche alle scuole superiori”, ha aggiunto il ministro, aprendo a un dibattito che promette di essere acceso anche in Italia.
Perché vietare gli smartphone a scuola: focus su educazione e benessere
L’uso eccessivo dei dispositivi mobili in classe è da anni oggetto di discussione tra educatori, genitori e legislatori. Diversi studi dimostrano che l’accesso continuo agli smartphone può compromettere la concentrazione, aumentare l’ansia e ridurre le interazioni sociali. Il modello proposto da Valditara si ispira a esperienze internazionali già consolidate, dove l’uso limitato della tecnologia ha portato a miglioramenti documentati in termini di apprendimento e disciplina.
Prospettive future: un’Europa più coesa sull’educazione digitale
Se approvata, la proposta di raccomandazione rappresenterebbe un primo passo verso una regolamentazione armonizzata a livello europeo sull’uso dei dispositivi digitali in ambito scolastico. Un tema sempre più centrale in un’epoca in cui l’educazione digitale deve bilanciare innovazione e protezione.
L’iniziativa, in linea con le strategie educative digitali dell’UE, potrebbe segnare una svolta nella gestione dell’alfabetizzazione tecnologica dei più giovani.