Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel 2024 la percentuale di lavoratori full-time a rischio di povertà in Italia è salita al 9%, evidenziando un aumento rispetto all’8,7% del 2023. Questo dato è particolarmente significativo se confrontato con la Germania, dove la percentuale è del 3,7%, e la Spagna, che registra il 9,6%.
Tra i lavoratori part-time, la situazione sembra migliorare leggermente, con una diminuzione dal 16,9% al 15,7%. Tuttavia, il fenomeno della povertà lavorativa continua a colpire duramente alcune categorie specifiche, come i lavoratori autonomi, il cui rischio è aumentato dal 15,8% al 17,2%.
I giovani sono particolarmente vulnerabili, con l’11,8% degli occupati tra i 16 e i 29 anni a rischio di povertà. Anche il livello di istruzione gioca un ruolo cruciale: mentre tra i diplomati la situazione rimane stabile al 9,1%, tra i laureati il rischio è cresciuto dal 3,6% al 4,5%.
Nel complesso, il rischio di povertà in Italia nel 2024 si attesta al 18,9% della popolazione, pari a circa 11 milioni di persone. Questi dati sottolineano l’urgenza di interventi mirati per contrastare la povertà e migliorare le condizioni economiche dei lavoratori italiani.
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