Vorrei esprimere il mio pensiero sulla vicenda della famiglia finlandese che ha deciso di lasciare l’Italia per la Spagna perché reputa il nostro sistema scolastico inadeguato.
Tralasciando il folclore giornalistico, gli aspetti che sono stati evidenziati – ed in riferimento 
alla scuola materna e primaria – sono:
– carenza delle infrastrutture: i bambini sono costretti per ore all’interno delle aule perché non hanno a disposizione spazi esterni. Ed invece proprio in questa età hanno bisogno di stare il più possibile all’aperto, sperimentare attraverso il gioco libero e l’esperienza diretta
– affollamento delle aule: in Finlandia i bimbi per classe sono 10-15, in Italia si sfiora anche i 30.
E’ normale che ci si crei “confusione” ed è impensabile una didattica personalizzata.
Considerando questi due punti, non mi sento di dare torto a questa famiglia.
La Scuola italiana, se vuole rinascere dalle ceneri in cui si trova, deve mettere al centro quelli che sono i ritmi ed i fabbisogni specifici del singolo bambino
Iniziando dalle infrastrutture.
La didattica verrà da sé e sarà deduttiva, sperimentale, appassionante, personalizzata.
Vogliamo bimbi felici di andare a scuola, di scoprire, di imparare.
Non bimbi che crescono in batteria a scuola in classi pollaio.
Stefania Sambataro per SBC e Idea Scuola
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