Gentile Libero,
riceviamo il suo articolo apparso giorno 16 c.m. su “Informazione Scuola” e la ringraziamo per averci così dato la possibilità di chiarire meglio le nostre posizioni.
La domanda che pone il titolo del suo articolo necessita di una duplice risposta. La decisione di mobilitarci senza i sindacati confederali è dettata in primis da una posizione critica nei loro confronti, posizione che condividono molti dei gruppi firmatari della manifestazione del 12 ottobre e dei loro aderenti. Nel corso degli ultimi anni non ci è sembrato che gli organismi che lei nomina abbiano mai messo seriamente nella loro agenda la questione del precariato scolastico. A dimostrazione di questo, basti citare il numero spropositato di colleghi assunti con contratto a tempo determinato nel 2024: 234.576. È quindi innegabile che esista un vuoto di rappresentanza, senza di esso molte delle associazioni nate e prosperate negli ultimi mesi non avrebbero ragion d’essere. Ciò è tanto più evidente se si pensa che molte delle riforme che penalizzano la nostra categoria non solo non sono state contestate, ma sono state addirittura avallate da chi pure avrebbe avuto il compito di tutelarci.
Tuttavia la nostra non è una preclusione di principio. La nostra critica si vuole configurare come una critica costruttiva, che induca una riflessione interna agli organi sindacali e che possa sfociare in una ritrovata unità e collaborazione tra tutti.
Chi scrive crede fermamente che all’interno di quegli organismi ci siano persone valide, competenti e aperte al confronto. Dobbiamo però ammettere che è mancata proprio l’apertura al dialogo da parte di alcuni di essi. Difatti, prima di unirci in questo progetto, diverse associazioni avevano stabilito contatti con responsabili sia regionali che nazionali di alcuni sindacati tra quelli citati. In nessun caso questi hanno ritenuto di continuare le interlocuzioni. E non si può coinvolgere un interlocutore silente in un progetto.
Per quanto riguarda la mobilitazione della classe docente, non possiamo che darle ragione: la maggior parte degli insegnanti non è disposto a lottare nemmeno per i suoi di diritti, è un dato di fatto.
Tuttavia questa manifestazione è stata organizzata proprio perché siamo convinti che continuare a tacere su quello che sta accadendo e sulle riforme che si stanno susseguendo, ci costringerebbe ad accettare passivamente qualsiasi cosa ci venga imposta.
Non possiamo permettercelo. Dobbiamo provare a rialzare la testa, a risvegliare quel poco rimasto della coscienza di classe della nostra categoria. Non possiamo prevedere come andrà, ma possiamo dirle che comunque andrà non sarà un tentativo velleitario, ma solo il primo tassello di un progetto che non si esaurirà con il 12 ottobre, ma da lì prenderà le mosse per portare avanti battaglie che non sono solo le nostre, ma di tutti.
Non si può precarizzare la cultura.
Ringraziandola per lo spazio che ci vorrà dedicare,
Porgiamo cordiali saluti
Le associazioni: Cambiare Rotta, Comitato Precari Uniti per la scuola, Coordinamento precari? scuola Bologna, Coordinamento triennalisti, Docenti Uniti Italia, ESP- Educazione senza Prezzo, Idonei del concorso ordinario: legati al merito, IdoneInsieme, Osa, Paese Reale, Scuola Lavoro e Libertà.
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