Oggi ho scritto un articolo sul deficit di democrazia nelle scuole statali, legandolo all’eccesso di potere conferito alla dirigenza scolastica.
Peccato che a dirlo siamo molto pochi anche se lo pensano in tanti.
Il problema che ci sono tre livelli: il dire, il pensare criticamente e il fare, io li considero tutti e tre fondamentali, ma nella Scuola spesso ci si ferma al primo livello che a volte degenera in un chiacchiericcio da social, una sorta di sfogo collettivo che assume le sembianze del lamento, raramente al secondo con disamine più o meno documentate che rivelano il livello di buone letture del “pensatore”, mai si arriva al terzo livello.
Molte analisi interessanti, ma il fare, l’agire non è mai contemplato tra le possibilità .
A fare devono essere sempre gli altri con il risultato che nessuno fa nulla.
Spiace dirlo ma noi assistiamo alla completa assenza dei sindacati di categoria, anche perché sono sindacati di apparati, di funzionari che non hanno la chiara percezione di quanto giorno per giorno accade nelle scuole e nelle aule.
Ai convegni e nelle interviste parlano i sindacalisti, i presidenti delle associazioni dei DS, l’onniptesente Gavosto, pedagogisti, psicologi, filosofi ( es Galimberti), psichiatri ( esempio Crepet), giornalisti, opinionisti, attori, attrici, cantanti , ma la voce degli insegnanti è sempre assente.
Un’ assenza troppo lunga che è diventata una vera e propria afasia, ormai gli insegnanti non si sanno neppure raccontare, la loro narrazione èaffidata sempre ad altri.
Tra poco l’insegnante non si percepirà neppure come tale e si domandera’: chi sono?
Considerato che tra 10/20 anni faremo fatica a trovare addetti alle macchine per insegnare nella scuola . 2031 odissea dell’ignoranza, lavoratori esposti alla violenza diffusa e che accetteranno di essere retribuiti con uno stipendio appena al di sopra del livello di povertà .
Tra 10/20 anni chi volete che faccia questo lavoro?
Ecco perché oggi noi abbiamo un grande bisogno di cambiamento e il cambiamento è legato sì a al parlare, riflettere ma soprattutto al fare, non descrivere il reale ma cambiarlo avrebbe detto un signore di Treviri.
Libero Tassella SBC
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