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Controlli a tappeto per i docenti e per tutto il personale

Sta facendo molto discutere il provvedimento di legge allo studio dal ministro Bongiorno che contiene una serie di controlli per la prevenzione dell’assenteismo. Tale disegno di legge prevede controlli per i docenti, come se il registro elettronico non bastasse già. Controlli definiti biometrici, ovvero effettuati con le telecamente identificative o con la lettura delle impronte digitali che verificheranno gli accessi e le uscite dalla scuola dei docenti e di tutto il personale. Tali controlli serviranno anche a quantificare lo straordinario degli insegnanti italiani, ma inevitabilmente non terrano conto del lavoro che proprio i docenti si portano tutti i giorni a casa.

Nonostante ciò, il provvedimento è stato approvato dal senato il 6 dicembre scorso ed è attualmente al vaglio delle commissioni riunite affari costituzionali e lavoro della camera in sede referente. Insomma si procede spediti verso la sua approvazione. Tuttavia per il governo tale provvedimento potrebbe rivelarsi un boomerang. Il controllo biometrico infatti potrebbe essere utilizzato proprio dagli insegnati italiani per dimostrare che la permanenza nei luoghi di lavoro, ovvero nella scuola, supera di gran lunga le ore previste dall’orario di servizio e quindi utilizzare tali prove per vedersi riconosciuti i diritti dei singoli lavoratori alla retribuzione aggiuntiva in caso di prestazioni eccedenti gli obblighi contrattuali.

NO alla regionalizzazione, ma il danno è stato fatto anni fa

Altra questione spinosa riguarda la famosa regionalizzazione della scuola che – ricordiamo a quelli con la memoria corta – che ha origini lontane e che adesso dopo i referendum votati in Veneto e in Lombardia tali regioni rivendicano una serie di autonomie previste appunto dalla Costituzione.

Proprio per approfondire questi aspetti la Redazione di Informazione Scuola ha fatto un escursus partendo dalla prima modifica della Costituzione Italiana dimostrando che lo squarcio è stato aperto tanti anni fa e che si stanno concretizzando nel nostro presente. Detto ciò riteniamo che la scuola non debba essere regionalizzata e debba rimanere unica, addirittura siamo contro la stessa autonomia scolastica voluta dall’ex ministro Berlinguer che ha portato le singole istituzioni scolastica e mettersi in competizione fra loro.

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