La lettera aperta degli ITP alle forze politiche che in questi giorni promettono di raddoppiare le pensioni, di triplicare i pani e i pesci ma che si dimenticano che il futuro passa dalla formazione e quindi dall’Istruzione.
Gli ITP scrivono: a destare particolare interesse e soprattutto perplessità sono, nel merito:
– la mancanza di indicazioni relative alle ore di compresenza nei programmi elettorali dei partiti, ore indispensabili per lo svolgimento delle esercitazioni di laboratorio. In passato, nelle varie materie che prevedevano i laboratori, tali ore erano chiaramente specificate. Ci sembra questa una grave lacuna da parte della politica. In particolare, per il Biennio Comune di tutti gli indirizzi di studio, vi è la necessità (sacrosanta e incontestabile) delle esercitazioni di laboratorio quanto del personale (tradizionalmente gli Insegnanti Tecnico Pratici) in grado di consentirne lo svolgimento.
– Come si può apprendere discipline fondamentali che caratterizzano gli indirizzi di studi con un monte ore povero e decimato dalla riforma Gelmini? Con i suoi tagli sono state penalizzate discipline come Laboratorio di Chimica, di Informatica di Disegno assistito dal computer (ma non certo solo queste) per le quali l’assenza di laboratori è assolutamente inconcepibile. A chi pensasse che la presenza di due insegnanti in compresenza rappresenti uno spreco o peggio che in passato sia stata una trovata per gonfiare gli organici non possiamo che rispondere invitandoli a consultare i tecnici diplomati ante riforma Gelmini, per conoscere la loro preparazione e competenza. Sono quei professionisti oggi richiesti dal mondo del lavoro, tecnici che si sono formati nei laboratori grazie alle attività tecnico pratiche e agli ITP. Non vi è altro modo di garantire lo svolgimento in modo completo ed efficace delle attività inerenti a tali discipline. Si consideri che né gli esperimenti di Chimica e Fisica, né i disegni eseguiti al CAD si possono insegnare scrivendo sulle lavagne; inoltre la presenza di due docenti consente di sdoppiare le classi in gruppi meno numerosi, rendendo così possibile un miglior svolgimento delle lezioni in classi sempre più numerose e composte da studenti (quelli che accedono al biennio) sempre meno scolarizzati; si riduce inoltre la necessità di investimenti pesantissimi per l’acquisto di attrezzature (ad es. basta un PC ogni due allievi).
Crediamo necessarie alcune considerazioni
– La disciplina precedentemente denominata Tecnologia e Disegno (o Tecnologie applicate e tecniche di rappresentazione grafica) era, prime delle riforme, in assoluto una delle meglio strutturate; questo perché nei Tecnici il disegno non è quello pittorico, artistico, pubblicitario o ornamentale, ma il disegno tecnico, quello che usano i progettisti! Nel settore industriale, manifatturiero o delle costruzioni non esiste altro linguaggio universalmente riconosciuto che il disegno tecnico: un manufatto, una casa un’automobile o il più semplice componente di quest’ultima non si può descrivere a parole. Il progettista però deve anche indicare nel progetto i materiali necessari e le tecniche di produzione: in altri termini deve avere buone conoscenze di Tecnologia. Ecco perché la scelta di insegnare insieme Tecnologia e Disegno era assolutamente vincente e intelligente. Però per tale disciplina erano previste nel biennio CINQUE ore settimanali con due o tre di queste in compresenza con un ITP: questo quadro orario era strettamente sufficiente allo svolgimento di gran parte delle tematiche fondanti della materia. I sette moduli di informatica che consentono di conseguire la patente europea (ECDL) venivano trattati da altri insegnanti che disponevano a loro volta di due ore settimanali; e anche qui di tempo da perdere non ce n’era molto. Ora come si può pensare di far svolgere TUTTE queste discipline in sole DUE (di cui solo 1 di laboratorio) ore settimanali, per di più aggiungendovi il CAD tridimensionale e il fotoritocco, come se fossero cose di poco conto?
– Tra i contenuti indicati dalla politica manca il tema della sicurezza sul lavoro, delle relative norme legislative e di buona tecnica. Finite nel dimenticatoio? Per un Paese che in tema di infortuni sul lavoro è il fanalino di coda della Comunità Europea questa scelta è miope e controproducente.
Due soluzioni, pur parziali, ma possibili potrebbero essere:
– aumentare di almeno a due ore settimanali le ore di laboratorio nel primo biennio comune e di conseguenza degli ITP;
– assegnare la compresenza dell’ITP per TUTTE le discipline che prevedono il laboratorio anche nei licei.
Ci auguriamo che possano ancora esserci spazi di manovra per correggere almeno quelli che consideriamo clamorosi errori. Restiamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e rinnoviamo i nostri ringraziamenti per l’attenzione prestata a questi temi. Auspicando che si possa mantenere aperto un dialogo che riteniamo utile e costruttivo porgiamo i nostri più distinti saluti.
Gli ITP dei tecnici e professionali ad indirizzo tecnologico