Anche se venissero nuovi fondi nella legge di stabilità che si chiude al 31 dicembre 2022 sarebbero esigibili solo dal 2023 e quindi più saggiamente finalizzati e destinati al nuovo contratto 2022/2024 che partirebbe comunque anche questo con un anno di ritardo nella contrattazione visto che si perde ancora tempo per quello scaduto 2019/2021.
La posizione dei sindacati confederali su questo punto è sbagliata e serve a illudere una categoria con la facile richiesta di nuovi fondi.
Mentre passano 14 anni di mancati aumenti, mancato recupero dell’anno 2013 per la progressione di carriera, un solo contratto miserevole 2016/2018 di appena 40 euro netti nello stipendio. Da allora tante chiacchiere e più niente di concreto. Grazie anche alla sostanziale assenza degli stessi interessati, docenti e ata, ad ogni iniziativa di sciopero e protesta.
Intanto un Parlamento sovrano, per quello che che si può solo supporre in Italia, ha messo a disposizione del Governo che è Organo esecutivo ben tre miliardi di euro e rotti sugli aumenti contrattuali di docenti e ata già il 31 dicembre 2021. Arbitrariamente ogni Governo, compreso questo, li tiene tranquillamente in cassa presso il Tesoro, Ministero dell’Economia e si guarda bene di erogare arretrati e adeguamenti. Ogni scusa è buona per stravolgere anche l’ordinamento istituzionale e costituzionale dello Stato.
Anche i dipendenti ministeriali, quelli degli enti locali, della Sanità etc. avrebbero potuto ancora giocare al tiro e molla dei sindacati della scuola (pur appartenendo alle stesse confederazioni) e continuare a non avere niente in mano. Invece gli altri comparti pubblici hanno chiuso il loro contratto triennale. Siamo solo tre gruppi scuola che insistono da più di un anno per prendere quei soldi, sporchi, maledetti e subito. Per il resto silenzio.
Salvatore Salerno Scuola& Politica
Libero Tassella SBC
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