Lo vado ripetendo oramai da mesi. Mi pare di essere il solo. Del resto giĆ si vedono chiari i segnali ma con il passar del tempo sarĆ di palmare evidenza.
SarĆ sempre piĆ¹ difficile trovare gli insegnanti nell’immediato futuro, il rapporto domanda offerta cambierĆ di segno. Il periodo del surplus di insegnanti rispetto ai posti sarĆ solo un ricordo del passato.
Quale laureato nei prossimi anni si metterĆ a fare la lunga trafila per diventare insegnante peraltro costosa (60 CFU) per un lavoro sottopagato, sottostimato, pericoloso, alle dipendenze di un manager autoritario e burocrate , in un contesto potenzialmente mobbizzante comunque ostile e soprattutto per un lavoro che sarĆ degradato ad essere appendice delle macchine per insegnare e a sorvegliare studenti aggressivi e arroganti supportati dalle loro famiglie altrettanto aggressive e arroganti , a metĆ strada quindi tra un tecnico di laboratorio e un bidello?
Un giovane fugge da un simile lavoro. Neppure per ripiego vorrĆ farlo. PotrĆ farlo solo per un periodo molto limitato, poi cercherĆ qualcosa di meglio da fare anche perchĆ© le nuove generazioni svolgeranno nella loro vita lavorativa non piĆ¹ un solo lavoro.
La retorica del lavoro piĆ¹ bello del mondo ĆØ solo retorica. GiĆ oggi il 50% degli insegnanti se potesse ( ma non puĆ² per etĆ ) cambierebbe lavoro.
Libero Tassella SBC