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SBC – Mobilità e Vincoli 2023. Un’occasione perduta che illude e delude i docenti

Il governo perde un'altra occasione per liberare i docenti vincolati

Il Ministero dell’ Istruzione e del Merito riesce a fare ancora peggio di quanto fece quello senza Merito di Bianchi ministro del governo Draghi.

Poi le dichiarazioni del Ministro dopo l’incontro finale con i sindacati sono esilaranti commentano positivamente quello che possiamo considerare una pessima soluzione del problema dei vincoli.
Pare che Valditara abbia commentato un film diverso, si proietta Ben Hur e lui commenta Via col vento.

In pratica sono bloccati i docenti che nella mobilità corrono più rischi di rimanere non soddisfatti nella loro richiesta, essi infatti si muovono tra province diverse, ma partecipano su un’ aliquota del 25% dei posti residuati dopo la fase provinciale dei trasferimenti.

Questi docenti in pratica non solo possono contare su un numero di posti molto limitato, rispetto ai docenti che si muovono in fase provinciale ma per loro la mobilità diventa ancor più un’incognita in quanto qualunque tipologia di sede essi scelgano nella domanda, analitica o sintetica che sia, se otterranno il movimento resteranno bloccati per tre anni.

In pratica trasferirsi tra province diverse anche della stessa regione al Sud come al Nord diventa una specie di terno a lotto, diventa in pratica un faticoso ed estenuante percorso ad ostacoli con stop di tre anni in tre anni prima di riuscire ad avvicinarsi alla propria famiglia.

Mantenere i docenti lontani non giova a nessuno né alla continuità didattica, che non è certo legata alla mobilità e ai vincoli, né al miglioramento dell’offerta formativa, anzi peggiora il rendimento del docente incrementa la discontinuità della presenza, né giova alle famiglie stesse dei docenti soprattutto in questo periodo di crisi economica che il nostro Paese sta attraversando, contribuendo all’ulteriore impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola e delle loro famiglie per le spese legate al pendolarismo coatto o a dover ” sopravvivere” a centinaia di Km di distanza da casa.

Ma il capolavoro dell’ipocrisia ministeriale è stato servito ai docenti neo immessi in ruolo nel 22/23 nella riunione conclusiva con i sindacati di categoria, per questi addirittura si peggiora quanto già prevedeva il contratto siglato dalla sola CISL Scuola il 27 gennaio 2022, dove era scritto nero su bianco che per i neo immessi in ruolo nel triennio di vigenza del contratto c’era la possibilità di presentare la domanda di trasferimento.

Leggi anche: Mobilità Scuola A.s. 2023/24, le date per i docenti, ATA ed educatori  

Ora applicando una norma inserita nel DL 36 /2022, sopraggiunta dopo il CCNI del 2022, ed estendendola a docenti che nulla hanno a che fare con tale norma per quanto riguarda la loro immissione in ruolo, si concede ai neo immrssi in ruolo di presentare la domanda dal 6 marzo ma questa sarà poi cestinata se intanto non interverrà una nuova norma che vada a modificare quella prevista nel DL 36 e si individua tale norma nel DL PNRR2.

Crediamo che ieri mattina al Ministero si sia toccato veramente il fondo e si sia sancito il principio che la contrattazione integrativa per questo Govern, in continuità con il precedente. non serve a nulla, tanto che il Ministero sceglie di fare tutto da solo con un’O.M. facendo così passare il principio che nella mobilità si definiscono le regole per legge e i contratti siano solo la ratifica delle stesse.

Farebbero bene i sindacati ad impugnare l’OM al TAR Lazio

Ma ormai il gioco è chiaro, su questo tema i partiti vogliono mano libera esautorando la contrattazione e giocare loro in prima persona la partita dei vincoli con la strategia degli emendamenti e intanto si tengono sulla graticola 50.000 lavoratori e 50.000 famiglie.

Concludendo . Si discriminano i docenti che si muovono all’interno della provincia da quelli che si muovono tra province diverse con il regime delle aliquote e dei vincoli e si discriminano i neo immessi in ruolo da tutti gli altri docenti, imponendo vincoli assurdi che deludono le aspettative dei docenti di ruolo e scoraggiano quelli che alla stabilizzazione devono ancora arrivarci, da qualche anno infatti assistiamo alla rinuncia al ruolo proprio per i vincoli e ad essere danneggiate sono proprio le regioni del Nord. Questo dovrebbe far riflettere non poco!

Leggi anche: Il contratto sulla mobilità 2023/24 è stato addirittura peggiorato, l’intervista al prof. Varengo della Cisl Scuola  

Continuando sulla strada di vincoli e di reclutamento ad ostacoli, si sta disegnando una struttura troppo rigida di gestione del personale docente che a lungo andare determinerà molte criticità nel reclutare docenti in considerazione che tra 5 anni 250.000 insegnanti andranno in pensione, 500.000 fra 10 anni e bisognerà sostituirli.

Ora chiediamo alla politica di fare la sua parte anche con gradualità ed eliminare del tutto i vincoli di legge, riconducendo tutta la materia nell’alveo più naturale che è quello della contrattazione, questo concetto bisognerà ribadirlo sia nel rinnovo della parte normativa del CCNL 19/21 sia in prossimi provvedimenti di legge.

Libero Tassella SBC

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