Negli ultimi mesi, si è assistito a un crescente numero di sentenze che riconoscono il diritto dei docenti precari di accedere alla Carta del Docente, il bonus da 500 euro destinato all’aggiornamento e alla formazione professionale. Questo sviluppo segna un importante passo avanti per il personale docente a tempo determinato, ma solleva anche interrogativi cruciali sul futuro della normativa vigente.
A partire dal 2025, la Carta del Docente sarà estesa anche ai docenti precari che hanno accettato un incarico di supplenza annuale su posto vacante. Ciò significa che i supplenti con contratti fino al 31 agosto entreranno a far parte della platea dei beneficiari. Tuttavia, per l’ufficializzazione di questa misura, è necessaria l’approvazione definitiva della Manovra finanziaria 2025. Una questione rimane aperta: che ne sarà degli altri precari?
In assenza di una risposta legislativa chiara, molti insegnanti si trovano costretti a fare affidamento sulle decisioni dei Tribunali. Recentemente, il Tribunale del lavoro di Rovigo ha accolto il ricorso di un insegnante, concedendo il bonus per la formazione relativo all’anno scolastico 2022/23. Questa sentenza fa riferimento alla decisione del Consiglio di Stato, che ha annullato un decreto del 2015, sottolineando l’obbligo di riconoscere il bonus anche per il personale assunto a tempo determinato, in conformità con la Costituzione e il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
Inoltre, la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che la normativa nazionale non può limitare il bonus esclusivamente ai docenti a tempo indeterminato, ma deve includere anche quelli a tempo determinato, per garantire loro un’adeguata formazione continua. Anche la Suprema Corte di Cassazione ha confermato che il beneficio deve essere esteso a tutti i docenti, sottolineando che l’Amministrazione ha l’obbligo di fornire gli strumenti necessari per la loro formazione.
In conclusione, mentre le sentenze si moltiplicano, è evidente che la legislazione attuale necessita di un aggiornamento. È fondamentale che il diritto all’istruzione e alla formazione venga garantito a tutti i docenti, indipendentemente dal tipo di contratto. Solo così si potrà realmente valorizzare il ruolo degli insegnanti e garantire un futuro migliore per il sistema educativo italiano.
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